Dinamiche psicologiche

Sindrome della sorella maggiore: sei certa di non soffrirne?

Se sei super-responsabile, perfezionista e tendi a pensare agli altri prima che a te stessa, potresti esserne colpita anche tu

22 Ott 2024 - 05:00
 © Istockphoto

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La sorella maggiore è, per sua stessa natura, quella che fin da piccola è caricata di responsabilità nei confronti dei fratelli minori: deve comportarsi bene per dare il buon esempio, dare una mano in casa e, in genere, essere all’altezza di maggiori aspettative rispetto ai più piccoli. Tutto questo non resta senza conseguenze, anche quando l’infanzia è finita: se crescono in questo modo, le ragazze, che per tradizione culturale vengono coinvolte più facilmente nei compiti di cura, ma ormai anche i figli maschi, si trovano in età adulta a sentirsi responsabili di altre persone anche al di là del giusto, tendono a mettere se stessi al secondo posto rispetto alle esigenze dei propri familiari e a essere maturi, molto responsabili, ma anche iper-critici nei confronti di se stessi, con effetti molto negativi sul proprio benessere personale.

CHE COS’È LA SINDROME DELLA SORELLA MAGGIORE – Per capire che cos’è la sindrome della sorella maggiore o se abbiamo in noi le caratteristiche che ci predispongono ad essa, occorre ritornare con la mente agli anni dell’infanzia: ci è capitato di essere chiamate a occuparci di sorelle o fratellini più piccoli come baby-sitter e aiuto nei compiti o siamo state invitate ad assumerci mansioni domestiche dalle quali i nostri fratelli minori erano esentati? Ci si aspettava da noi che dessimo il buon esempio o una mano in casa perché “tu sei più grande”? O ancora: abbiamo dovuto combattere per conquistare certi privilegi, come un’ora di uscita libera in più la sera o la paghetta, mentre le stesse concessioni sono state accordate facilmente ai nostri fratelli minori? Se la riposta a queste domande è sì, allora ci sono i presupposti perché abbiamo sviluppato la tenenza a una maturità precoce. Probabilmente, oggi siamo estremamente responsabili, comprensive ed empatiche, ma nello stesso tempo siamo iper-critiche, molto esigenti con noi stesse e tendiamo a farci carico dei bisogni altrui a scapito dei nostri, a volte anche troppo. Anche se non si tratta di una patologia, il complesso della sorella maggiore può avere effetti negativi sulla vita di una persona adulta, come testimonia l’intenso dibattito che si è sviluppato negli ultimi mesi su piattaforme come instgram e Tik Tok, in cui l’hashtag #eldestdaughtersyndrome sta generando moltissime interazioni.

GLI EFFETTI DEL SENTIRSI TROPPO “SORELLE MAGGIORI” – Per lo più il fatto di sentirsi “primogenita” non comporta gravi disagi: il fatto di essere più mature e responsabili rispetto ai coetanei non è necessariamente un male o uno svantaggio. Il problema comincia a sorgere quando il ruolo di “adulto anzi tempo” si trasforma in iper-criticità nei confronti degli altri o di se stessi, in insicurezza sulle proprie capacità e in bassa autostima. Il fatto di non aver potuto contare su un adeguato supporto in età infantile, ma anzi di essere stata chiamata anzi tempo a fungere da sostegno per altri, può aver impedito il completo sviluppo di alcuni aspetti della personalità. Potremmo pensare, ad esempio, che non saremo amati se non ci comporteremo come ci si aspetta da noi, oppure, all’eccesso opposto, la tendenza ad anticipare troppo i desideri o le aspettative del partner potrebbe dare luogo a una relazione non equilibrata e quindi potenzialmente tossica.  Oppure potremmo essere portati a identificare con il genitore che non abbiamo avuto persone che con la famiglia non hanno nulla a che fare ma che ricoprono un ruolo di autorevolezza, come il capo, il prof o il coach. Il ruolo di sorella maggiore, inoltre, può anche non implicare compiti pratici ma, più sottilmente, un ruolo di verifica e sostegno dal quale consegue un fardello di aspettative troppo elevate su di sé, spesso autoimposte, che alla fine fanno sentire stanchi e stressati. E, nonostante questo, la sorella maggiore continuerà sempre ad anteporre le necessità altrui alle proprie e avrà difficoltà a dire no.

COME FARE PER LIBERARSENE – Se abbiamo scoperto in noi le caratteristiche della “sorella maggiore“ a ogni costo, ci sono una serie di misure che possiamo intraprendere per liberarcene, almeno in una certa misura. Perché, se è vero che non si tratta di una patologia, è comunque un ruolo non equilibrato e negativo per il benessere.  Il primo passo sta nell’imparare a dire no e nel rimettere a chi di dovere compiti e responsabilità che fino a questo momento abbiamo svolto in prima persona, per generosità e perché, “tanto non mi costa nulla”; in questo modo scopriremo che le persone intorno a noi sono perfettamente in grado di bastare a se stessi e, in fondo, è bene che lo facciano. Occorre poi convincersi che l’affetto e l’accettazione degli altri non dipendono da quello che facciamo per loro ma da quello che siamo. Infine, dobbiamo lasciare spazio al bambino che è in noi e che durante l’infanzia è stato troppo responsabilizzato per riuscire a fare davvero il bambino: in effetti, dobbiamo solo imparare ad amarlo e accettarlo così com’e. E, come ultima raccomandazione, se siamo a nostra volta genitori, cerchiamo di non attribuire ai nostri bambini un ruolo che non compete loro: è giusto che abbiano una loro mansione e che contribuiscano al buon andamento della famiglia, ma non che si sostituiscano al genitore. E noi, come adulti, restiamo per loro la guida salda e autorevole di cui hanno bisogno.

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