Feste finite

Sindrome post vacanze: come combattere la tristezza di inizio gennaio

Il ritorno al lavoro può creare qualche difficoltà, anche perché ci troviamo nel periodo più buio e rigido dell’inverno

09 Gen 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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Il ritorno al lavoro o a scuola, dopo la pausa delle vacanze natalizie, è sempre un momento difficile e di tristezza: le feste di fine anno e l’allegria della condivisione familiare sono terminate, o al contrario gli appuntamenti non sono stati all’altezza delle aspettative; ci sentiamo appesantiti dalle troppe abbuffate e, non ultimo, dobbiamo affrontare la parte più rigida dell’inverno, con le giornate ancora molto brevi, il clima poco favorevole e soprattutto la consapevolezza che il prossimo periodo di vacanza è decisamente lontano nel tempo. Gli unici a essere sollevati dalla fine del periodo natalizio sono i soggetti che hanno sofferto di Christmas Blues, ovvero della malinconia legata proprio alle festività natalizie: tutti gli altri, invece, si trovano alle prese con la depressione e la sindrome da rientro che gli americani definiscono “Holiday Blues”. Vediamo come affrontarla.

HOLIDAY BLUES, OVVERO LA SINDROME POST-VACANZE – È un mix di malinconia, smarrimento e insofferenza che proviamo alla fine di un periodo di vacanza: la festa è finita e si torna al lavoro o a scuola. È un mix di malinconia, disagio e insofferenza per una routine quotidiana che, con il suo carico di impegni e responsabilità, è ancora più difficile da accettare dopo un periodo di spensieratezza e di tempo libero come quello che abbiamo vissuto durante le vacanze di Natale. Assomiglia molto al disagio che si prova al termine delle vacanze estive, con in più l’aggravante di condizioni meteorologiche poco favorevoli, come il freddo dell’inverno e le giornate con poche ore di luce, nelle quali è poco gradevole stare all’aria aperta per godere almeno della “ricarica” di energia e buon umore che viene dalla luce del sole. Anche se la sindrome post vacanze non è una patologia, non si può non constatare che ne soffre un numero sempre crescente di persone. Il problema è così comune che, secondo i sondaggi, il terzo lunedì di gennaio è il giorni più triste dell'anno. Per affrontare il ritorno alla routine quotidiana, con il suo carico di impegni e di stress, dopo il periodo di tregua e di relax delle vacanze, è bene quindi darsi una serie di regole che possono rendere più “morbido” il rientro.

PARTIRE CON GRADUALITÀ – Proprio come avviene in ogni forma di adattamento, dobbiamo tornare alla quotidianità in modo graduale quanto più è possibile. Evitiamo di affollare eccessivamente la nostra agenda di impegni fin dai primi giorni, sforziamoci di non tuffarci di colpo nei ritmi frenetici consueti e concediamoci, se è possibile, qualche spazio da dedicare a noi stessi, ai nostri hobby e alle cose che amiamo fare. Conserviamo qualcuna delle buone abitudini che avevamo in vacanza, come fare sport, incontrare gli amici, andare al cinema o dedicare del tempo alla lettura: soprattutto cerchiamo di affrontare i diversi impegni senza lasciarci prendere dalla frenesia e dal senso di continua urgenza.

CURARE L’ALIMENTAZIONE – Se, dopo le abbuffate natalizie, è imperativo riprendere ad alimentarsi secondo le regole della vita sana, con una dieta variata e senza troppi eccessi, non cancelliamo immediatamente tutte le gioie della tavola. Concediamoci qualche giorno prima di incominciare un regime dimagrante, per non aggiungere lo stress di una dieta restrittiva alla fatica del rientro. Rimandiamo l’inizio della dieta alla prossima settimana (solo per questa volta però!) e sfruttiamo questi giorni per riprendere gradualmente ad alimentarci in modo più corretto: cominciamo ad esempio a ridurre gli zuccheri e l’alocol, concedendoci solo un piccolo dolce alla sera, per confortaci dopo una giornata in ufficio, e torniamo ad apprezzare frutta e verdura che ci accompagneranno nelle prossime settimane, quando ci dedicheremo a smaltire i rotolini di grasso in eccesso che le libagioni natalizie ci hanno lasciato in eredità.

DORMIAMO A SUFFICIENZA – Il freddo dell’inverno e le giornate ancora brevi indicono alla sonnolenza e al desiderio di riposo. Durante le vacanze ci siamo abituati a dormire più a lungo: cerchiamo di conservare questa buona abitudine e a renderla compatibile con gli orari delle giornate lavorative. Se la sveglia torna a scuoterci di buon mattino, facciamo del nostro meglio per andare a letto un po’ più presto la sera.  Se dobbiamo aggiungere la sonnolenza da mancanza di sonno alla stanchezza che deriva dalla sindrome post vacanze il carico di stress può aumentare in modo importante.  

NON TRASCURIAMO LE RELAZIONI – Le vacanze sono state probabilmente l’occasione per incontrare amici e familiari he non vedevamo da tempo per mancanza di opportunità e per la frenesia degli impegni quotidiani. Mantenere saldi questi legami, ora che hanno avuto occasione di rinnovarsi, è sempre una buona idea: una buona rete sociale, che si tratti di parenti o di amici, è importantissima perché trasmette energie e positività durante tutti i mesi dell’anno.

QUANDO L’ANSIA DA RIENTRO È UN SEGNALE DA NON SOTTOVALUTARE – La tristezza post vacanze, entro certi limiti, è un fatto normale e molto comune. Se però ci assale già alcuni giorni prima che le vacanze siamo finite, e non la sola vigilia come accade di solito, o se impieghiamo una settimana e più di tempo lavorativo per liberarcene, può essere il segnale che qualcosa nella nostra routine quotidiana non va e che dovremmo fare qualche cambiamento per evitare il rischio di burnout. Che si tratti di un lavoro che proprio non ci piace o del rapporto con qualche collega particolarmente difficile, vale la pena interrogarsi sulle cause della nostra ansia e cercare di affrontarle. Potrebbe trattarsi di difficoltà risolvibili, ma anche di una nostra tendenza alla ruminazione, o overthinking: si tratta di una cattiva abitudine che ci porta a rimuginare sulla nostra rabbia e scontento, fino a restare imprigionati nei nostri pensieri negativi e in un meccanismo che si autoalimenta e che genera ansia e disagio sempre maggiori. Se il punto è proprio questo, occorre agire sulla causa del problema, ad esempio imparando a focalizzarci sulle cose positive che ci accadono nella vita, accettando i nostri limiti e circondandoci di persone positive che possano aiutarci a spezzare il circolo vizioso.

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