Un po’ di tensione aiuta e può essere un fatto positivo, ma se è troppo va combattuto con decisione… e con pizzico di Zen
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Lo stress è la grande malattia dei nostri tempi, ma probabilmente esiste da sempre ed è il male che si accompagna al pensiero umano fin dalle sue origini. Se è vero che un po’ di ansia ci aiuta a migliorare le nostre prestazioni e a mantenerci vigili nei confronti dei pericoli, quando la tensione raggiunge livelli eccessivi pesa sulla qualità della vita e rende le nostre giornate più faticose e complicate. Combattere lo stress è dunque una priorità: dato che il buon umore è sempre un ottimo antidoto, proviamo a reagire al logorio della vita moderna… con un sorriso e un pizzico di Zen.
A darci una mano in questo senso è arrivato in libreria e negli e-store digitali un simpatico libretto, anzi un vero e proprio “Vademecum antistress”. Ne è autore lo psicologo Giulio Cesare Giacobbe per ROI Edizioni. Un manualetto di piccole dimensioni che, secondo l’autore, ciascuno dovrebbe portare sempre cos sé e leggere, anche a spizzichi e bocconi, ma più e più volte per interiorizzare consigli e tecniche. I consigli, curiosi e divertenti da leggere, ma serissimi nel contenuto, sono fondamentalmente cinque.
Innanzi tutto, come si fa a sapere che siamo stressati? Perché fare un’autodiagnosi è difficile. In molti casi lo stress si manifesta come contrazione muscolare, ma anche a questa con il tempo si fa l’abitudine e non ci si accorge più di portarsela addosso: in effetti ci si sente a disagio e non si sa perche. L’autore suggerisce un semplice test: sediamoci in una stanza vuota e fissiamo il muro. Se entro pochi istanti sentiamo montare la collera dentro di noi al pensiero di quanto tempo stiamo perdendo, significa che siamo davvero stressati. In sostanza: siamo in preda allo stress se non siamo capaci di fare silenzio dentro di noi e di respingere i nostri pensieri. Perché lo stress è pensiero compulsivo: il cervello invia un segnale alle ghiandole surrenali, le quali immettono adrenalina nel sangue e questo provoca contrazione muscolare, manifestazione fisica dello stress.
1 - UN PO' CI VUOLE – Lo stress dovrebbe essere QB, ovvero quanto basta, come si legge nelle ricette di cucina. Un po’ di stress è necessario per vivere, perché ci spinge all’azione e questa scarica lo stress.
2 - OSSERVARE LA REALTA’ – Affrontare la realtà non crea stress: lo stress ci resta incollato addosso quando non genera azione e quando ci creiamo paure immaginarie, confondendo il possibile con la realtà. Davanti alle paure reali si reagisce con la fuga (e l’azione scarica lo stress), ma davanti alle paure immaginarie non abbiamo un luogo in cui fuggire.
3 - ATTIVARE LA COSCIENZA - Se vogliamo eliminare lo stress dobbiamo agire sulla nostra mente per impedirle di costruire paure immaginarie. E per farlo occorre attivare la coscienza, ovvero la funzione con cui il cervello diventa consapevole della propria attività. Osservare i nostri pensieri come oggetti distinti da noi li priva della loro carica emotiva e dissolve le paure immaginarie.
4 - VIVERE NELLA NATURA - La natura, con tanto di prati, alberi, cielo e nuvole, e tramonti, è il nostro vero ambiente, anche se viviamo tra cemento e automobili. Tutto questo, per forza, ci stressa. Tornare nella natura ci riporterebbe al nostro stato originario, ma se non possiamo farlo, possiamo almeno portare in tasca una foto, con il paesaggio che ci piace di più: ogni tanto dobbiamo tirare fuori la foto e guardarla, recitando questo mantra: “Io sono qui, ora, nel mondo che mi circonda. Questa è la realtà.”, accompagnando ogni frase con una inspirazione e una espirazione profonda.
5 - PENSARE ZEN - Lo Zen è compiere un’azione con l’attenzione rivolta a ciò che si sta facendo e alla sua interazione con l’ambiente, senza interferenza del pensiero. Questo non significa non pensare, ma concentrarsi solo su quello che stiamo facendo in quel momento. Il pensiero, insomma, si trasforma immediatamente in azione e si tratta di un pensiero sano, mentre un pensiero che non si trasforma in azione è un pensiero malato. Riportarci alla realtà e osservarla per quello che è costituisce anche un piccolo pronto soccorso antipanico: quando l’ansia tende a prendere il sopravvento ci possiamo aiutare osservando ciò che ci circonda e controllando il nostro respiro, ripetendo tra sé il mantra che abbiamo indicato sopra. E se l’attacco di panico non si calma? Magari non ti passa ma… almeno hai fatto qualcosa. E fare qualcosa, quando hai un attacco di panico, è fondamentale.