Le persone molto empatiche sono le più esposte e rischiano di vedere aumentare i loro livelli di cortisolo
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Lo stress? Sembra che sia contagioso come una malattia. Se ci è capitato di innervosirci quanto ci troviamo a contatto con soggetti stressati e irascibili, potremmo avere una quota di ragione dalla nostra parte: alcuni studi, infatti, hanno misurato i livelli di cortisolo nel sangue di chi vive accanto a soggetti sottoposti a tensioni emotive, rilevando un innalzamento dei livelli di questa sostanza, nota per essere il segnale indicatore della presenza di stress. Le persone più esposte sono quelle dotate di maggiore empatia, ovvero la capacità di immedesimarsi nei sentimenti e negli stati d’animo altrui.
STRESS: COME FUNZIONA IL “CONTAGIO” - Secondo dati Istat, lo stress è una condizione che riguarda oltre 3 milioni e mezzo di persone nel nostro Paese, pari a circa il 7% della popolazione. Lo stress di per sé non è negativo: è semplicemente la reazione dell’organismo davanti a un potenziale pericolo. In condizioni di allarme, le ghiandole surrenali rilasciano una serie di sostanze che servono a fornire al nostro corpo le risorse per prepararci al combattimento, per difendere noi stessi, o alla fuga: si tratta quindi di un meccanismo utile che ci mette nelle condizioni migliori per sopravvivere in situazioni ostili. Quando poi l’allarme cessa, lentamente l’organismo rientra in stato di quiete e di riposo. Il problema si pone quando non si riesce a interrompere lo stato di “allarme rosso” e a tornare all’equilibrio iniziale anche quando non esistono minacce reali. Il fatto di trovarsi a contatto con soggetti sottoposti a questa continua e logorante tensione, o anche semplicemente di osservarli, ha un effetto negativo che può espandersi a macchia d’olio sugli altri soggetti del gruppo. Il meccanismo di questo stress indotto, chiamato anche dagli studiosi “stress passivo” è simile a quello del fumo, quando passivamente siamo intossicati dalle sigarette altrui di cui inaliamo le sostanze nocive pur senza accendere una sola sigaretta. Trovarsi in compagnia di una persona molto arrabbiata o abbattuta, dopo un certo tempo ci porterà a comportarci nel suo stesso modo e ad assorbire il suo stato d’animo, soprattutto se si tratta di una persona che amiamo.
PERCHÉ CI SI LASCIA CONTAGIARE DALLO STRESS ALTRUI – Lo stress passivo risponde a esigenze simili a quelle descritte per lo stress in generale. Il neuroscienziato Tony Buchanan, della St Louis University, nel corso dei suoi esperimenti ha osservato soggetti impegnati in attività stressanti, come tenere una presentazione o eseguire complessi calcoli mentali di fronte a un pubblico, e ha notato nell’oratore un comprensibile aumento del battito cardiaco e dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress: lo stesso stato di tensione, dopo qualche tempo, ha finito per contagiare anche parte del pubblico. Lo scienziato ha spiegato il fenomeno in questo modo: “Negli animali che vivono in gruppo le possibilità di sopravvivenza sono superiori se si colgono i livelli di stress degli altri, causati da una situazione di pericolo. Per questo il contagio da stress si diffonde rapidamente anche nella specie umana”. Lo stress passivo sarebbe insomma la risposta collettiva a situazioni potenzialmente pericolose che potrebbero minacciare l’intero gruppo, anche se al momento la minaccia è stata riconosciuta da un individuo soltanto: si tratta quindi di reazioni ataviche e guidate dall’evoluzione umana. Anche se nelle nostre città, almeno in apparenza, viviamo al sicuro da animali predatori e da minacce immediate alla nostra vita, i fattori di stress sono numerosissimi: basta che un amico ci comunichi le ragioni delle proprie ansie (come perdere il lavoro o non riuscire a far fronte a una rata del mutuo), e ci troveremo inevitabilmente a immedesimarci nella sua situazione, sentendoci partecipi della sua ansia, vivendola come se ci appartenesse. E allora, ecco manifestarsi anche in noi i sintomi dello stress: aumento del battito cardiaco, maggiore sudorazione e respiro che si fa più rapido e superficiale.
COME SI PERCEPISCE LO STRESS ALTRUI – Non è particolarmente difficile “sentire” che una persona accanto a noi si trova in stato di tensione emotiva. Lo rivela sua postura, che si fa più rigida e contratta, la maggiore sudorazione, il tono di voce più acuto e brusco. Non solo: anche se non arriviamo a captarlo in modo consapevole, una persona spaventata e agitata emette segnali olfattivi prodotti dai cosiddetti feromoni, le stesse sostanze che, con le debite differenze, entrano in gioco nel caso dell’attrazione fisica tra un uomo e una donna. Del resto, anche la saggezza popolare parla di “fiutare la paura altrui” e di “odore della paura”. In ogni caso, se ci troviamo in presenza di una persona in preda a questo tipo di agitazione, finiremo quasi inevitabilmente per assumere comportamenti simile e a provare le stesse sensazioni, come se ci osservassimo allo specchio.
COME EVITARE LO STRESS PASSIVO – La risposta più semplice consiste, ovviamente nell’evitare le persone troppo stressate e portatrici di questi sentimenti negativi. Si tratta comunque di un rimedio non sempre praticabile, soprattutto se viviamo sotto lo stesso tetto con un soggetto molto ansioso o teso. Esiste anche uno studio che sembra suggerire una strategia opposta: una ricerca condotta dalla Usc Marshall School of Business (Stati Uniti) ha scoperto che due persone sotto stress riescono a calmarsi a vicenda se parlano tra di loro. Lo studio ha preso in esame il caso di 52 studentesse in attesa di sottoporsi a una prova molto impegnativa: le ragazze sono state invitate a confrontarsi tra di loro e, dopo aver condiviso le loro preoccupazioni, hanno fatto registrare livelli di cortisolo meno elevati. Un’altra strategia possibile consiste nel cercare di non immedesimarci troppo nell’altro, ad esempio mostrandoci troppo solleciti nell’aiutare e nel sollecitare le sue confidenze. Contro lo stress passivo, in ogni caso, funzionano le stesse contromisure che si utilizzano per gestire la tensione e l’ansia: ovvero imparare le tecniche di respirazione diaframmatica, per controllare il più possibile la frequenza del battito cardiaco, seguire uno stile di vita sano facendo attività fisica e riposare in modo adeguato.