Non c’è posto nell’armadio

Un caldo e solare abbigliamento per i più piccoli

Oggi bambine e bambini sono vestiti così bene che, talvolta, ti imbarazzi perché non ti senti all’altezza. Ma ili nero nel loro abbigliamento, mi toglie il sorriso.

22 Mag 2014 - 10:19
 © ansa

© ansa

Ed eccomi ancora qui ad affrontare un tema partendo da un’esperienza personale. Come ho già detto, basta sedersi su una panchina, va bene anche la sedia di un bar, per capire gli usi e costumi della nostra società. E allora, ecco lo spaccato moda bimbi. Chiarisco subito che io non ho figli carnali, ma sono una cosiddetta 'matrigna’. Per fortuna il piccolo mi chiama zia. Per colpa delle favole, quando dici 'matrigna' dici donna cattiva, antipatica, odiosa, a volte brutta e con una protuberanza (di dimensioni bibliche) sul naso. In breve una befana senza scopa. Peccato…

Per ovvie ragioni frequento negozi per l’infanzia, ludoteche, parchi giochi… e vado alle feste dei bambini e delle bambine. Gli incontri con le altre mamme alle feste sono spaccati di vita meravigliosi. Nessuno sa mai come chiamarti, trattarti e definirti. Sono momenti di imbarazzo che rasentano la nevrosi. Io mi diverto molto, e, quando l’ansia raggiunge livelli socialmente interessanti, lancio dei super sorrisoni e dico “io e la madre naturale andiamo d’accordo. La situazione fra di noi è tranquilla, lui è felice, noi ci divertiamo”. A questo punto tutte le certezze sociali vacillano, iniziano a trattarti come un reperto da museo; usano parole delicate, toni gentili e modi affettati. Nei loro volti regnano incontrastati soltanto punti interrogativi perché, teoricamente, sei una matrigna, ma non rendi giustizia alla categoria. Il pregiudizio sociale e letterario sulle matrigne non dà scampo! Andare contro le idee di massa crea disagi e inquietudini al vicinato.
Pazienza. Io e le migliaia di matrigne ce ne faremo una ragione, lottando per far capire alla 'società’ che esistono diversi volti umani, non uno già prefissato.

Ma lasciamo perdere le certezze sociali, avventuriamoci nel variegato mondo della moda bimbe/ bimbi. Permettetemi di dire subito che ormai la moda-baby è la miniatura di quella degli adulti. I genitori si divertono a creare dei mini-me. Vedi mamme e papà vestiti in un modo, poi abbassi lo sguardo e vedi degli esseri umani in miniatura, praticamente identici. Alcuni hanno pure 'staccato la faccia' ai genitori. Questa cosa mi fa a volte ridere e a volte no. Perché c'è una cosa che proprio non riesco ad accettare (e sono apertissima alle critiche), ed è l'uso di abiti, calze, magliette, camicie, scarpe… nere per i più piccoli. Fermi tutti! Io adoro il nero e infatti è il colore che uso di più ma non riesco a tollerarlo per le bambine e i bambini. L'infanzia è un momento della vita dove dovrebbero, secondo me, regnare soltanto i colori pastello, caldi, solari… a testimonianza di una fase della vita dove la spensieratezza non dovrebbe mai lasciar spazio all'ombra dei problemi.

E qui scatta la domanda: “il nero è sinonimo di problemi?” Risposta: “Assolutamente no!”. Per me è il colore che esprime l'eleganza sopra ogni cosa. Non vi nego che questo mio pensiero è condizionato dal celeberrimo tubino nero, indossato da Audrey Hepburn nel film “Colazione Da Tiffany”. Un capolavoro di sartoria di Hubert de Givenchy.

Perché, quindi, dico “no” al nero per i bambini? E qui chiedo aiuto a chi ha superato la trentina. Qualcuno si ricorda qualcosa di nero nell'armadio dell'infanzia? Io no. Il nero era bandito. Calze bianche o rosa, al massimo blu, ma dovevi aver superato almeno 10 anni. Gli stivali neri per bambini non si vedevano neanche nei film di fantascienza. Purtroppo, a volte capitava di dover indossare il nero, ma non era mai per momenti piacevoli.
Tutto era colorato e le fantasie regnavano come reginette indiscusse del ballo. Attenzione, a mio parere non ci vestivano adottando il criterio del buon gusto. Mi vengono i brividi se ripenso ai maglioni a collo alto, che in realtà erano maglioni collo-naso perché li cucivano per delle giraffe e non per gli esseri umani (infatti dovevi girare il collo del maglione anche 2 volte). Per non parlare delle tute con le toppe, che nascondevano voragini e crateri nelle ginocchia. Dopo la quarta toppa avevi le ginocchiere incorporate.

Oggi bambine e bambini sono vestiti così bene che, talvolta, ti imbarazzi perché non ti senti all'altezza del loro stile così semplice, divertente e accattivante. Ma quell'eccesso di nero nel loro abbigliamento mi toglie il sorriso. Sarò noiosa, antipatica e antiquata (come qualche matrigna delle favole) ma le bambine e i bambini devono essere delle esplosioni di colore, allegria ed esuberanza. Infatti, mi piace pensare che ogni colore luminoso e raggiante sia semplicemente la vivace espressione della loro felicità.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri