Per arrivare preparati al primo intermedio del 2030 sarà necessario aumentare gli investimenti in energia pulita da 1,8 trilioni di dollari nel 2023 a 4,5 trilioni di dollari all'anno entro l'inizio degli anni '30
di Dario Donato© Unsplash
L'Agenzia internazionale dell'energia ne è convinta e lo sottolinea nel suo ultimo rapporto "net zero roadmap": portare le emissioni di gas serra del settore energetico mondiale a zero e limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi è ancora possibile grazie alla crescita record di fonti energetiche pulite e tecnologie annesse, anche se ora serve uno sforzo maggiore.
Il post pandemia ha portato in dote una crescita record a livello globale di capacità di energia solare installata e una decisa accelerazione delle vendite di auto elettriche. Entrambe a ritmi compatibili con l'azzeramento delle emissioni al 2050. Considerato, sottolinea l'Aie, che queste due tecnologie incidono da sole per un terzo delle riduzioni di emissioni da qui al 2030.
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Servono però investimenti significativi tenendo ben presente possibilità e condizioni di partenza delle diverse aree del mondo. Ad esempio, le economie avanzate raggiungono lo zero netto prima per concedere più tempo alle economie emergenti e in via di sviluppo. E il percorso "net zero" garantisce il pieno accesso alle moderne forme di energia per tutti entro il 2030 attraverso investimenti annuali di quasi 45 miliardi di dollari all'anno, poco più dell'1% degli investimenti nel settore energetico.
Ma per arrivare preparati al primo intermedio del 2030 sarà necessario aumentare gli investimenti in energia pulita da 1,8 trilioni di dollari nel 2023 a 4,5 trilioni di dollari all'anno entro l'inizio degli anni '30.
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Se questi obiettivi di portafoglio non dovessero essere raggiunti, sottolinea l'Agenzia internazionale per l'energia, bisognerebbe ricorrere ad ancora più costose tecnologie di rimozione del carbonio ed eliminarne dall'atmosfera 5 miliardi di tonnellate ogni anno fino alla metà del secolo per sperare di mantenere l'incremento di temperatura nell'obiettivo del grado e mezzo.
Oltre ai numeri, ingenti, serve anche ambizione politica e condivisa a livello internazionale. Ma sapere che è ancora tutto aperto da qui al 2030 è una buona base di discussione per la prossima Cop 28 in programma a fine novembre a Dubai.