Una trasformazione che fa bene al decoro della città e all’ambiente: questa l’iniziativa dell’associazione Wau! Milano e del giovane imprenditore Cristian Trio, che insieme hanno dipinto una parete lunga 180 metri con una speciale vernice antismog
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Può un muro fingere di essere un bosco? Per scoprirlo siamo andati a Milano, dove una parete è diventata un piccolo polmone verde. Un’opera di trasformazione sostenibile, per unire riqualificazione e creatività.
In viale Alcide De Gasperi, un muro lungo 180 metri separa l’ingresso in autostrada dal quartiere residenziale di Portello. Un’importante barriera che limita il rumore delle auto, che però da tempo versava in cattive condizioni, imbrattata da scritte e graffiti. Ora per fortuna il muro ha un aspetto tutto nuovo, grazie al lavoro dell’associazione Wau! Milano e al sostegno del giovane imprenditore Cristian Trio.
Una riqualificazione che fa del bene non solo al decoro della città, ma anche all’ambiente. Quello usata, infatti, non è semplice colore, ma una speciale vernice antismog. Si chiama Airlite e permette a questa parete di lavorare come se fosse un albero. Anzi 20 alberi, per l’esattezza. Questo l’equivalente della superficie del muro, che garantirà un importante abbattimento dei livelli di inquinamento della strada. L’iniziativa si unisce a un più ampio progetto messo in campo da Wau! Milano, chiamato proprio “Bosco invisibile”.
Come ci spiega Andrea Amato, Presidente di We Are Urban! Milano: "Bosco Invisibile è un progetto che nasce nel 2016 con l’intento di occuparci di un bene comune, che è l’aria. Un problema molto sentito soprattutto in questi giorni, in cui l’aria di Milano non è sicuramente tra le migliori. Attraverso questo progetto diamo nuovo colore alla città - in questo caso un muro che era imbrattato - con un materiale che permette di ridurre l’inquinamento dell’89%".
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Rispetto del patrimonio civico e dell’ambiente. Gesti che coinvolgono tutta la cittadinanza, come dimostra l’impegno di Cristian Trio, imprenditore e founder di Dyanema con una forte impronte filantropica, che non solo ha sostenuto il progetto, ma ha anche partecipato in prima persona, come ci racconta: "Per me è un orgoglio poter partecipare a progetti di questo genere perché hanno il focus sul “give back”, dare a Milano quello ha dato a me, cioè mi ha accettato subito come cittadino. Ed è bellissimo avere un partner come Wau! Milano che ha il proprio focus sulla riqualificazione di questa città e che si sposa perfettamente con le attività che facciamo tutti i giorni, cioè riqualificare aree in cui non crede più nessuno. È bello vedere anche la partnership e la sinergia tra pubblico e privato. Tra l’altro io ragiono su un punto fondamentale: tutti noi quando usciamo di casa siamo in primis dei cittadini e dobbiamo fare la nostra parte. Quindi io spero che progetti di questo tipo possano dare un po’ l’idea a partecipare e rendersi parte attiva nella riqualificazione di questa grande città che vuole evolversi e crescere in continuazione".
Non si tratta solo di ripulire una parete e di liberare l’aria dallo smog. Progetti come quelli del Bosco Invisibile insegnano che salvare il Pianeta significa anche aver cura degli spazi che viviamo ogni giorno.