A lanciare l'allarme è una ricerca dell'Università di Melbourne. La causa sarebbe la crescente temperatura dell'acqua: mari mai così caldi in 400 anni
La grande barriera corallina recupera, ma resta la minaccia clima © Da video
La Grande Barriera Corallina in Australia potrebbe presto scomparire: a lanciare l'allarme è uno studio dell'Università di Melbourne, secondo cui negli ultimi 400 anni i mari non sono mai stati così caldi e temperature così elevate dell'acqua mettono a rischio la sopravvivenza della più grande estensione di corallo nel mondo.
Un gruppo di ricerca dell'ateneo australiano è riuscito per la prima volta a ricostruire nel dettaglio le variazioni di temperatura di quei mari negli ultimi 400 anni e il risultato allarmante è stato pubblicato sulla rivista Nature. Si tratta della più completa analisi delle condizioni che la Grande Barriera ha affrontato in tutti questi anni: dati satellitari esistono, infatti, solo da pochi decenni mentre non esistono informazioni precedenti ai primi del '900. Così, per ricostruire il passato, i ricercatori hanno analizzato la chimica delle formazioni di corallo più antiche. È stato così possibile ricostruire in dettaglio tutte le variazioni di temperatura avvenute negli ultimi 400 anni e verificare che mai si era arrivati ai picchi degli ultimi anni.
"In assenza di un'azione globale rapida, coordinata e ambiziosa per combattere il cambiamento climatico, assisteremo probabilmente alla scomparsa di una delle meraviglie naturali più spettacolari della Terra", ha detto Benjamin Henley, il ricercatore che ha guidato lo studio.
I coralli sono molto sensibili all'aumento delle temperature dell'acqua, a causa del quale avviene il cosiddetto "sbiancamento", dovuto all'espulsione di alcune microscopiche alghe che vivono in simbiosi con i coralli e che porta rapidamente alla perdita del colore e alla morte dell'intera colonia. Negli ultimi otto anni si è assistito ad almeno cinque grandi eventi di sbiancamento della Grande Barriera con danni che si fanno sempre più estesi e duraturi nel tempo e il nuovo record delle temperature degli oceani registrati quest'anno hanno prodotto un nuovo evento di sbiancamento molto esteso.
"La nostra analisi conferma che a determinare il riscaldamento degli ultimi decenni è l’attività umana", ha spiegato Henley. Serve un intervento urgente, ha aggiunto, "e abbiamo molte soluzioni per fermare il cambiamento climatico". "Non possiamo mai perdere la speranza perché ogni frazione di grado di riscaldamento che evitiamo porterà a un futuro migliore per i sistemi umani e naturali del nostro pianeta", ha concluso il ricercatore.