L'impegno dell'Automotoclub Storico Italiano per definire il reale impatto dei veicoli storici e rendere più green i suoi eventi
di Redazione E-PlanetIl vintage non è mai stato così attuale. Abiti, design, auto. Anche se bisogna ammetterlo, il fascino per i veicoli d’epoca non è mai passato di moda. Lo dimostrano l’affetto e la partecipazione che accolgono ogni evento dell’ASI, l’Automotoclub Storico Italiano.
Come “Eva al volante”, rassegna dedicata alle donne alla guida di auto storiche, ospitata nella splendida cornice della Toscana. Tra San Gimignano, Firenze e Siena, il programma è stato un mix “on the road” di cultura e storia. L’iniziativa è nata proprio per celebrare lo stretto rapporto tra le donne e le automobili. Un’occasione diventata anche simbolicamente solidale nei confronti delle migliaia di donne ucraine in difficoltà.
Una passione tutta femminile, ma che ovviamente celebra un amore comune a molte più persone: quello verso le auto d’epoca. Una tradizione che negli ultimi anni si è andata però a scontrare con la preoccupazione nei confronti dell’ambiente. Le auto, si sa, sono state tra le prime a essere accusate per il loro impatto tutt’altro che leggero. Disapprovazione che ha toccato tutto l’automobilismo, compreso quello del passato.
Così i veicoli storici si sono ritrovati a essere assimilati a quelli “euro 0” e la loro circolazione è stata ostacolata o vietata per alcuni periodi. Un ricorso straordinario vinto dall’ASI ha però fatto sospendere i blocchi e una nuova legge regionale del Piemonte è stata approvata per la valorizzazione delle automobili di interesse storico e collezionistico. Alla base una serie di motivazioni che portano l’ASI a definire i mezzi d’epoca non così inquinanti.
Come sostiene il Club i veicoli storici rappresentano una percentuale insignificante in Italia e attualmente percorrono poche centinaia di chilometri, con un impatto ambientale ininfluente. Basti pensare che nel nostro Paese le auto storiche sono lo 0,13% del totale circolante. Un numero minimo ma che ha bisogno di tutela. I veicoli d’epoca sono a tutti gli effetti un patrimonio storico, tecnologico e artistico italiano. Rappresentano una passione che promuove cultura e turismo, con un indotto nazionale che supera i 2 miliardi di euro.
Dopo aver definito il reale impatto dei veicoli storici, anche grazie al supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Automotoclub ha anche avviato una strategia per rendere più sostenibili i suoi raduni ed eventi. Così è nato “Impatto Zero”, un protocollo eco-solidale che rientra nel percorso virtuoso dell’ASI sulle tematiche ambientali. L’idea è nata per avviare il processo di conversione sostenibile. In questo modo non sarà solo l’oggetto dell’evento a essere sostenibile ma l’intero sistema organizzativo. Per minimizzare l’impatto ambientale è stata posta attenzione all’ottimizzazione delle risorse idriche ed energetiche, alla produzione di rifiuti, al riciclo e al riuso di materiale. Inoltre, sono state impostate partenze scaglionate delle auto ed è stato abbassato il chilometraggio giornaliero per diminuire le emissioni di CO2. Per confermare l’attenzione verso il Pianeta, l’ASI ha inserito nel progetto anche la compensazione dell’inquinamento durante i suoi eventi, impegnandosi a piantare una serie di nuovi alberi.
Buone pratiche per salvare le auto d’epoca, veri musei su quattro ruote. Perché sognare un futuro a impatto zero è possibile anche preservando quanto di bello ci ha lasciato il passato.