La crisi innescata dalla guerra ha determinato diversificazione delle fonti e investimenti sulle rinnovabili. Dopo un'iniziale ripresa del carbone prevarranno le energie pulite, con effetti positivi sull'ambiente
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Secondo l'Aie, l'Agenzia internazionale per l'energia, le emissioni globali di gas serra legate all'energia dovrebbero raggiungere un "picco" nel 2025. Lo si legge nel rapporto annuale 2022 dell'Agenzia stessa, dove si sottolinea anche, dall'altro lato, che la guerra della Russia in Ucraina avrà un effetto paradossalmente positivo sul clima, avendo innescato un forte aumento degli investimenti in energie sostenibili.
Vicini al picco della domanda di fossili - Per la prima volta infatti la domanda globale di ciascuno dei combustibili fossili mostra un picco o un plateau su tutti gli scenari Weo (World Energy Outlook), con le esportazioni russe che stanno diminuendo significativamente man mano che l'ordine energetico mondiale viene rimodellato.
Accelera la transizione ecologica - Le trasformazioni innescate sul mercato energetico proprio dall'invasione russa, con la crisi energetica globale, hanno il potenziale per accelerare la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e sicuro. Il "profondo riorientamento" dei mercati mondiali energetici avrà effetti positivi sul clima e sul pianeta.
Diversificazione ed energie pulite - Mentre alcuni Paesi stanno attualmente cercando di aumentar o diversificare la loro fornitura di petrolio o gas, combustibili fossili con elevate emissioni di Co2, molti stanno cercando di accelerare i loro cambiamenti strutturali verso le energie pulite.
La crisi sui mercati - D'altra parte, lo shock causato dalla crisi energetica sta determinando notevoli turbolenze sui mercati petroliferi, che hanno reso necessari due rilasci ci scorte di petrolio di portata senza precedenti da parte dei Paesi membri dell'Agenzia per evitare problemi ancora più gravi. Nel World Energy Outlook 2022 si ricorda quindi che, per le forti preoccupazioni geopolitiche ed economiche che non accennano a diminuire, i mercati energetici rimangono estremamente vulnerabili.
Risposte green alla crisi - Il rapporto sottolinea che il peso della crisi ricade soprattutto sulle famiglie più povere, che spendono una quota maggiore del reddito proprio per l'energia. Si mette poi in evidenza che, oltre alle misure a breve termine per proteggere i consumatori dagli impatti della crisi, molti governi stanno adottando ora misure più a lungo termine, con la diversificazione delle forniture e l'accelerazione verso energie più sostenibili. In particolare, tra le risposte messe a punto vengono sottolineati il pacchetto Ue RePower Eu, il programma Green Trasformation del Giappone, l'obiettivo della Corea di aumentare la quota del nucleare e delle energie rinnovabili nel suo mix energetico e gli ambiziosi obiettivi in materia di energia pulita in Cina e India.
Energie pulite, investimenti a +50% entro il 2030 - In questo nuovo scenario, le misure messe in campo porteranno un aumento degli investimenti globali sulle energie pulite pari al 50% da qui al 2030. Inizialmente ci sarà un temporaneo vantaggio per il carbone dovuto all'attuale crisi. Ma la situazione si trasformerà rapidamente proprio perché le rinnovabili metteranno a segno guadagni sempre maggiori. Ecco perché, se nel 2025 sarà raggiunto un punto massimo per le emissioni globali, parallelamente il profondo riorientamento dei mercati su fonti energetiche alternativi dovuto alla rottura dei flussi Russia-Europa modificherà radicalmente l'assetto energetico e quindi anche quello delle emissioni inquinanti.
Aie: "L'ora della svolta" - "Siamo a un punto di svolta storico e definitivo verso un sistema energetico più pulito, più conveniente e più sicuro - annuncia il direttore esecutivo dell'Agenzia Faith Birol - perché i cambiamenti innescati si prolungheranno e avranno i loro effetti negli anni a venire".
Meno carbone e più energia green - L'uso del carbone diminuirà, la domanda di gas naturale raggiungerà un livello stabile entro la fine del decennio e le vendite di veicoli elettrici aumenteranno: tutto questo significa che la domanda di petrolio si stabilizzerà a metà degli anni Trenta prima di diminuire leggermente alla metà del secolo. Quindi la richiesta totale di combustibili fossili diminuirà costantemente dalla metà degli anni Venti, proprio quando è previsto il picco delle emissioni, fino al 2050 con una media annuale più o meno equivalente alla produzione, nel corso della vita, di un grande giacimento petrolifero. Ecco dunque spiegata l'evoluzione energetica che ci attende nei prossimi decenni.