Il mondo è destinato ad avere complessivamente 14 milioni di occupati in meno, come risultato di 83 milioni di posti di lavoro scomparsi e 69 milioni creati. I maggiori effetti di creazione e distruzione di posti di lavoro derivano dalle tendenze ambientali, tecnologiche ed economiche
di Dario Donato© Unsplash
Intelligenza artificiale, tecnologia, sostenibilità e transizione ecologica. Il futuro a breve termine pone di fronte a sé sfide che già oggi stanno ridisegnando il mercato del lavoro e l’assetto di milioni di aziende nel mondo.
Il World Economic Forum nel suo ultimo rapporto parte da una stima: un quarto dei posti di lavoro cambieranno nei prossimi cinque anni. Il mondo è destinato ad avere complessivamente 14 milioni di occupati in meno, come risultato di 83 milioni di posti di lavoro scomparsi e 69 milioni creati. I maggiori effetti di creazione e distruzione di posti di lavoro derivano come detto dalle tendenze ambientali, tecnologiche ed economiche.
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Le 803 multinazionali coinvolte nello studio prevedono che il più forte effetto netto di nuovi occupati sarà guidato da investimenti che facilitano la transizione verde delle imprese e l’applicazione più ampia degli standard ISG. Anche l’adattamento ai cambiamenti climatici e il dividendo demografico nelle economie emergenti e in via di sviluppo avranno un valore elevato come creatori netti di posti di lavoro. Secondo il World Economic Forum, le occupazioni destinare a imporsi sono ruoli legati a tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità.
Specialisti di intelligenza artificiale e machine learning guidano la graduatoria delle professioni in rapida crescita, seguiti da specialisti di sostenibilità e professioni legate alla cyber sicurezza. Altri ruoli in crescita relativamente rapida sono gli ingegneri delle energie rinnovabili e gli ingegneri di installazione di sistemi di energia solare, trainati dalla spinta globale verso le fonti rinnovabili. I settori destinati ad ampliarsi sono l’agricoltura – sempre più sofisticata -, l’istruzione, il commercio digitale, con tutte le figure che vi ruotano attorno. Dai professionisti dell’agricoltura 4.0 agli specialisti di trasformazione digitale. Ma tecnologia e digitalizzazione sono anche la principale causa del declino di molte figure, come gli impiegati esecutivi, gli addetti alla segreteria, i cassieri delle banche, impiegati di back office, contabili, impiegati dei servizi postali al front office, addetti alla biglietteria e addetti all’inserimento dati.
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In conclusione, le aziende prevedono che nei prossimi cinque anni il 44% dei lavoratori sarà costretto a cambiare le sue competenze come conseguenza della crescente importanza della risoluzione di problemi complessi sul posto di lavoro. L’impatto sulla formazione è significativo. Sei lavoratori su dieci richiederanno una nuova formazione prima del 2027, ma oggi solo la metà dei lavoratori ha accesso ad adeguate opportunità di ridisegnare il proprio futuro.