La scorsa settimana si è conclusa la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, con un documento che garantisce l’impegno a «transitare fuori» dai combustibili fossili entro il 2050
di Ronny Mengo© Getty
È un accordo storico quello uscito dalla Cop28, la Conferenza sul clima che si è chiusa martedì scorso a Dubai. L’inizio della fine dei combustibili fossili, dopo due settimane di negoziati tra 198 Nazioni in una sala plenaria, in standing ovation. È la prima volta che nel documento finale di una conferenza delle Nazioni Unite sul clima si fa menzione così esplicita dei combustibili fossili.
Eliminarli gradualmente ma con rigore, a partire da questo decennio definito cruciale. Con l’obiettivo che l’estrazione di petrolio, carbone e gas dovrà cessare a livello globale entro il 2050.
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Si danno la mano John Kerry e Xie Zhenhua, inviati speciali di Stati Uniti e Cina, i due Paesi più inquinanti del mondo, che parlano di risultato straordinario.
Riduzioni profonde, rapide e durature: questi i termini utilizzati, per la soddisfazione dell’Unione Europea e al netto delle concessioni ai Paesi in via di sviluppo - come l’India - e a quelli fortemente legati a gas e petrolio, come i padroni di casa della conferenza. Sulla carta bollata Cop28 si parla di «transition away», (fuoriuscita), e non di «phase-out» (uscita), che era il termine inizialmente voluto dalle nazioni più ambiziose ma rifiutato dai Paesi produttori, Arabia Saudita su tutti.
L’obiettivo comune resta quello di triplicare le energie rinnovabili entro il 2030 e duplicare gli sforzi per l’efficienza energetica. Ricordando che l’Italia è 17esima, e per una volta non essere ai primi posti non è affatto male, dal momento che parliamo della classifica dei Paesi più inquinanti al mondo, che vede la Cina vincere a mani basse davanti a Stati Uniti, India, Russia e Giappone.
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Il tutto mentre le emissioni di CO2 continuano ad aumentare. Carbone e trasporto aereo restano i due principali responsabili. Il che ci porterebbe a superare il fatidico grado e mezzo di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali entro sette anni.
Ma la settimana dell'accordo potrebbe essere quella dell’inizio della svolta. Ora c’è un accordo globale e le future generazioni ringrazieranno, per usare le parole di Al Jaber, presidente di questa storica Cop28.