POCHE DONNE NEL COMITATO

Cop29: il climate change è reale, la parità è un miraggio

Dopo una prima decisione che prevedeva un comitato interamente maschile, l’Azerbaigian ci ripensa. Ma le critiche non mancano

di Redazione E-Planet
23 Gen 2024 - 13:03
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Non abbiamo fatto in tempo a chiudere il capitolo della Cop28, che già abbiamo dovuto riaprirne uno nuovo. E sbirciando un po’ la trama, la storia non sembra poi tanto diversa.

Ancora una volta, infatti, le gaffe hanno oscurato il vero tema della conferenza numero 29, che si terrà in Azerbaigian dall'11 al 24 novembre.

Aveva già fatto discutere la scelta del presidente del Comitato, Mukhtar Babayev, ora ministro dell’Ecologia, ma che ha lavorato per 26 anni come alto dirigente della Compagnia statale del petrolio della Repubblica dell'Azerbaigian (Socar). Un Paese che tra l’altro è considerato la più antica regione produttrice di petrolio al mondo. 

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A questo poi si è aggiunto lo scalpore suscitato dalla scelta iniziale di un comitato interamente maschile. 28 posti e nessuno che abbia pensato a una donna. Notizia che ha giustamente attirato le critiche del mondo dell'attivismo. Rumore mediatico che ha portato a ritrattare la decisione. Il presidente azero ha così allargato il comitato a 42 posti, includendo 12 donne. Delle sedie in più che però non hanno salvato la Cop29 dalla figuraccia.

Come ha commentato Elise Buckle, co-fondatrice del movimento She Changes Climate: “Si tratta di un progresso positivo, ma siamo ancora lontani da un equilibrio di genere 50:50. Questa è una soluzione rapida ma non sufficiente”.

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Quello della disparità di genere è purtroppo un tema non nuovo per i vertici sul clima, dove le donne sono storicamente sottorappresentate. Un paradosso, considerando che il climate change è un problema che riguarda tutta la popolazione mondiale. Anzi, tra le sue vittime ci sono soprattutto donne, più aggravate dalle conseguenze economiche e sociali della crisi climatica.

Speriamo quindi che questo sia solo l’inizio del dibattito e che la questione non si fermi a un tavolo allungato per l’occasione. Il futuro in ballo non è solo quello di mezzo Pianeta. A soffrire è la terra tutta intera.

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