Tra le innovazioni che stanno rivoluzionando le coltivazioni ci sono sicuramente i droni, utili per spargere fertilizzante senza inquinare le fonti d’acqua vicine, riducendo anche l’impatto ambientale rispetto ai mezzi tradizionali
di Luca BudelNelle grandi aziende agricole statunitensi sta prendendo piede l’utilizzo di droni per spargere sul terreno fertilizzanti, erbicidi e pesticidi. Hylio è uno dei principali produttori di questa tipologia di drone. Il suo modello più grande, l’AG-272, è il grado di trasportare due quintali di liquido e in un giorno può coprire la stessa superficie di un moderno trattore, ma a un terzo dei costi complessivi, compreso l’acquisto del mezzo.
Piccoli aerei sono utilizzati da anni per irrorare le enormi superfici agricole, ma hanno una controindicazione: volando in alto è inevitabile che parte del carico finisca al di fuori dei campi, con il rischio di inquinare le acque dei fiumi o dei canali di irrigazione con l’ammoniaca contenuta nei pesticidi. Il drone può invece volare a bassa quota ed è dotato di telecamere e sensori di precisione, che evitano lo spreco di liquido, scaricandolo direttamente dove serve, senza arrecare danni supplementari. L’utilizzo del trattore comporta l’inevitabile compattamento del terreno, che alla lunga può avere ripercussioni negative sulle coltivazioni. Con il drone ovviamente il problema non si pone.
I motori elettrici che alimentano i droni riducono inoltre a zero le emissioni di CO2, abbassando decisamente l’impatto ambientale rispetto ai mezzi tradizionali, spinti da propulsori termici diesel.