LO STUDIO

Gli inaspettati effetti positivi delle valanghe per la biodiversità montana

Le valanghe nelle Alpi occidentali italiane contribuiscono a eliminare le aree boschive dense e a creare habitat più aperti ed eterogenei che attraggono una maggiore diversità di specie di uccelli

di Redazione E-Planet
27 Feb 2023 - 15:34
 © Sito ufficiale

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Le valanghe rappresentano una delle catastrofi naturali più comuni delle regioni di alta montagna. Il rischio valanghe, dovuto all’aumento delle temperature, è uno degli effetti legati ai cambiamenti climatici. 

Secondo lo studio “Avalanches create unique habitats for birds in the European Alps” dell’Università degli Studi di Torino pubblicato sul Journal of Ornithology, le valanghe nelle Alpi occidentali italiane contribuiscono a eliminare le aree boschive dense e a creare habitat più aperti ed eterogenei che attraggono una maggiore diversità di specie di uccelli.

© Cnsas Lombardia

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Gli autori della ricerca, guidati dal Dott. Riccardo Alba, dottorando del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’UniTo, hanno esaminato 240 siti nelle Alpi occidentali italiane - 120 tracciati di valanga e 120 siti vicini usati come controllo - durante il periodo di riproduzione degli uccelli nella primavera del 2021. In questo lasso di tempo, nei siti interessati dalle valanghe, è stata riscontrata una percentuale significativamente più elevata di specie di uccelli rispetto ai siti di controllo vicini.

Nei tracciati delle valanghe presi in esame è stata riscontrata una maggiore diversità della vegetazione e una maggiore proporzione di specie di uccelli rispetto ai siti di controllo, in particolare quelli a quote più basse. I siti interessati dalle valanghe presentavano inoltre una maggiore copertura di rocce e arbusti e un numero più elevato di piccoli alberi, mentre i siti di controllo erano tipicamente foreste ad alta copertura. Nello specifico, i tracciati delle valanghe presentavano percentuali più elevate di uccelli che nidificano in habitat aperti e di specie migratrici, come lo stiaccino o il prispolone, che sono tra le categorie di uccelli più minacciate.

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Nei siti di controllo è stata osservata una percentuale maggiore di specie che nidificano in habitat forestali, come la cincia alpestre, il tordo bottaccio e il picchio rosso maggiore. In un futuro, neanche troppo lontano, la frequenza delle valanghe potrebbe essere influenzata dai cambiamenti climatici, ma non è ancora chiaro se le valanghe diminuiranno a causa della minore copertura nevosa o se aumenteranno a causa d'inverni più caldi e precipitazioni nevose in primavera.

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