Un appuntamento che celebra l’importanza della corretta differenziazione dei rifiuti per lo sviluppo di un’economia circolare
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Un’azione che ormai dovrebbe far parte della quotidianità. Non un’eccezione virtuosa, ma la prassi. Un gesto che il 18 marzo viene celebrato con la Giornata Mondiale del Riciclo.
Differenziare correttamente permette di ridurre l’inquinamento da rifiuti e di impiegare meno energia rispetto alla produzione da zero. Per questo l’iniziativa istituita nel 2018 dalla Global Recycling Foundation vuole sensibilizzare semplici cittadini e istituzioni sull’importanza di una corretta differenziazione dei rifiuti.
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Proprio in occasione di questo appuntamento il Conai ha diffuso dei nuovi dati.
Secondo il Consorzio nazionale imballaggi, la percentuale di riciclo degli imballaggi in Italia dovrebbe assestarsi sul 75,2% entro il 2025, con volumi in costante crescita: da 10 milioni e 470.000 tonnellate nel 2023 a 10 milioni e 810.000 tonnellate a fine 2025.
Ma entro l’anno, si prevede anche un aumento degli imballaggi a fine vita che saranno affidati dai Comuni al sistema rappresentato da CONAI e dai Consorzi di filiera: un totale di quasi 5 milioni e mezzo di tonnellate, in crescita rispetto ai 4 milioni e 660.000 del 2023.
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Secondo l’analisi, i volumi del riciclo imballaggi è stimato comunque inferiore al 2022, anche se il presidente del consorzio, Ignazio Capuano, sottolinea come la “filiera del riciclo continui a segnare miglioramenti nei volumi riciclati, con un ruolo crescente dei flussi da raccolta urbana che, se ben raccolti e trattati, sono in grado di ridurre il prelievo di nuove risorse, contribuendo a preservare l’ambiente in cui viviamo e sostenere le filiere manifatturiere destinatarie dei materiali riciclati”.
Nel dettaglio, l'anno in corso dovrebbe vedere riciclato oltre l'85% degli imballaggi in carta e cartone, oltre l'80% degli imballaggi in acciaio, il 70% degli imballaggi in alluminio, quasi il 64% degli imballaggi in legno, più del 51% degli imballaggi in plastica e bioplastica compostabile (circa il 51% di plastica tradizionale e il 58,5% di bioplastica) e oltre l'81% degli imballaggi in vetro.
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Insomma, l’Italia promette bene. Ma non per questo bisogna diminuire gli sforzi. Mai come ora è necessario l’impegno di tutti.