Ogni anno vengono gettate 931 milioni di tonnellate di cibo, il 17% degli alimenti mondiali
di Ronny Mengo© Pexels
Oltre la metà dello spreco alimentare in Europa avviene all’interno delle nostre case, più precisamente il 53%. Più del triplo rispetto al 17% di cibo sprecato in fase di distribuzione e vendita al dettaglio e al 19% in fase di lavorazione. Siamo tutti colpevoli e se passiamo dall’Europa a una visione planetaria il dato è drammatico: 931 milioni di tonnellate l’anno vengono buttate, ovvero il 17% degli alimenti mondiali. Agricoltori e società, mondo accademico, cittadini e aziende. Chiunque è chiamato in causa mentre è sempre più urgente la necessità di ottenere sistemi agroalimentari più efficienti e sostenibili, leggi migliori e governi mondiali più allineati.
Cibo avanzato o lasciato scadere buttato nell’immondizia, oppure perso nelle prime fasi di produzione come accade in molti paesi in via di sviluppo. Dal 2014 il numero di persone colpite dalla fame è in continuo aumento e oggi si contano 820 milioni di uomini, donne e bambini che soffrono di denutrizione in tutto il mondo. Dati che devono far riflettere: riconsiderare le proprie abitudini, essere più severi con se stessi. Dal 1974 a oggi lo spreco alimentare planetario è aumentato del 50% e il cibo che finisce nel cestino potrebbe sfamare l’intera Africa.
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In Italia invece gli alimenti sprecati in un anno potrebbero soddisfare il fabbisogno alimentare di tre quarti della popolazione del nostro Paese, oltre 44 milioni di persone. E poi c’è anche la beffa, perché lo spreco si declina anche nel biossido di carbonio sprigionato inutilmente in atmosfera per produrre beni alimentari destinati alla pattumiera e nei milioni di metri cubi d’acqua ugualmente utilizzati per niente dalla filiera produttiva e dai singoli consumatori.