Uno studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall'Istituto di Scienze Polari (ISP) ha analizzato la sorprendente capacità dei ghiacciai dell’Himalaya di difendersi dal cambiamento climatico
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Il riscaldamento climatico è una scure che incombe sul nostro futuro. E il tempo per rimediare ai danni causati dall'uomo è sempre meno. Il cronometro corre veloce, velocissimo. In gioco ci sono le sorti del pianeta e delle generazioni che verranno.
Da un lato la politica, dall'altro la scienza. Per risolvere il problema c'è bisogno che i due mondi camminino a braccetto. L'obiettivo di istituzioni e ricerca oggi resta quello di trovare soluzioni efficaci per evitare un punto di non ritorno che sembra troppo vicino.
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Una delle conseguenze più rilevanti dell'aumento di temperature è lo scioglimento dei ghiacciai. In questi anni la scienza ha portato avanti diverse tesi che ne evidenziano un rapporto diretto. Si sta notando ad esempio come le masse di ghiaccio progressivamente diminuiscano in varie zone della terra. Causando innalzamento di mari e oceani, e altri pericoli connessi.
Il rischio che i ghiacciai possano scomparire nel tempo è concreto, insomma. Ma oggi un nuovo studio di matrice italiana fa luce su un altro aspetto, che forse in pochi avrebbero immaginato: in alcune situazioni le masse di ghiaccio in alta quota possono attivare un meccanismo di auto-protezione, non subendo gli effetti del cambiamento.
Lo studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall'Istituto di Scienze Polari (ISP), si basa sui dati dai dati raccolti dall'Osservatorio Piramide. Un avamposto di ricerca situato a 5050 m di altitudine sulle pendici meridionali del Monte Everest.
Come ci ha spiegato Franco Salerno, ricercatore dell’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp): “Il nostro lavoro ha messo in evidenza un fenomeno che non era mai stato descritto prima in letteratura. Perché la scienza ci dice che ad alta quota il cambiamento del clima e il riscaldamento globale sono più evidenti. Ma i dati della Piramide hanno messo in evidenza un fenomeno nuovo: anche i ghiacciai in qualche modo si difendono dal cambiamento del clima e riescono a diminuire le temperature nell’ambiente circostante, permettendo di preservare gli ecosistemi e altre risorse come ad esempio il permafrost”.
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Ciò che succede sull'Himalaya è solo un punto di partenza. E la ricerca italiana vuole occupare un ruolo di prim'ordine, studiando i fenomeni da diverse prospettive.
Ha aggiunto Franco Salerno: “La Piramide è stata considerata un esempio unico al mondo nell’aver fornito informazioni che al contrario non avremmo potuto avere su come ha impattato il clima sulla catena himalayana”.
Informazioni come questa, d'altronde, possono aprire altre frontiere di analisi e monitoraggio. Acquisendo conoscenze fondamentali per il nostro futuro.