Nello scenario peggiore, con un aumento delle temperature di 3°C, ci sarà un incremento di 45,4 morti ogni 100mila persone
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Che il caldo eccessivo faccia male ormai lo sappiamo bene. Ma nella pratica, quanto dobbiamo preoccuparci?
A risponderci è uno studio coordinato dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine e pubblicato di recente su Nature Medicine, che ha analizzato gli effetti fatali del caldo. Il risultato, ancora una volta, è l’evidente aumento delle morti legate alle conseguenze del cambiamento climatico.
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La ricerca ha cercato di stimare il peso della crisi climatica sulla mortalità in più di 800 città europee, ipotizzando tre scenari - a basse, medie e alte emissioni – e analizzando le strategie di adattamento, la struttura demografica della popolazione e le condizioni socioeconomiche.
Il risultato è che, secondo lo studio, l’aumento di decessi per il caldo eccessivo supererà qualsiasi calo correlato al freddo, con un aumento della mortalità in tutta Europa.
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Nel primo scenario, l’aumento medio dei decessi raggiunge un picco di 7,6 morti in più ogni 100mila persone nel 2060, per poi scendere leggermente fino al 2100. Nello scenario a medie emissioni, i decessi crescono di 8-10 unità ogni 100mila persone tra il 2070 e il 2100. In quello peggiore, cioè con un riscaldamento di 3°C, l’aumento è di 45,4 morti ogni 100mila persone, un incremento del 49,9% rispetto a oggi. È anche l’unico scenario in cui i decessi sono comuni a tutte le fasce di età, toccando anche i giovani.
In quest’ultimo caso, entro la fine del secolo si stimano circa 2,3 milioni di morti in più. Ma anche se l’aumento dovesse essere di 1,5°C, i ricercatori prevedono almeno 616mila morti in più entro il 2100.
Ovviamente il fenomeno si farà sentire soprattutto nel sud dell’Europa, nell’area del Mediterraneo e dei Balcani. Nella classifica delle 10 città con i maggiori aumenti di decessi per il caldo eccessivo troviamo ben 4 città italiane: Napoli, Roma, Genova e Milano. Sono questi i centri - insieme a Barcellona, Atene, Valencia, Marsiglia, Bucarest e Madrid - in cui bisognerà lavorare più duramente su prevenzione e adattamento.
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