IL RAPPORTO COPERNICUS E WMO

Il peso del riscaldamento globale sull’Europa

Secondo il report “Lo stato europeo del clima 2024”, l’anno scorso, rispetto al periodo preindustriale, il Vecchio Continente si è scaldato il doppio rispetto al resto del mondo

di Redazione E-Planet
15 Apr 2025 - 16:54
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Il Vecchio Continente non se la sta passando bene. Nel 2024, rispetto al periodo preindustriale, l’Europa si è scaldata il doppio rispetto al resto del mondo. Solo l’Artico è andato peggio, con un + 3,3 °C.

A dirlo è “Lo stato europeo del clima 2024”, un report presentato da oltre 100 scienziati del Servizio Copernicus e dell’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo).

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Sono stati quindi superati di molto i limiti previsti dall’Accordo di Parigi sul riscaldamento globale (+ 1,5° C). Ma quali possono essere le ragioni di un dato così negativo?

La continua crescita di gas serra e la maggior presenza, rispetto ad altri continenti, di terre emerse che assorbono più radiazione solare sicuramente creano la condizione perfetta per l’aumento record delle temperature.

Del resto, gli effetti sono stati sotto gli occhi di tutti. Lo scorso anno è stato un susseguirsi di ondate di calore, incendi, alluvioni, trombe d’aria. Fenomeni meteo estremi che hanno provocato danni per almeno 18,2 miliardi di euro.

Non sono ancora stati quantificati i decessi, ma secondo l'Ipcc un riscaldamento superiore a 1,5° determina in Europa almeno 30mila morti l'anno.

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Se scendiamo nei dettagli, gli incendi favoriti dal caldo hanno colpito circa 42mila europei. 413mila sono invece i cittadini colpiti da tempeste e inondazioni, con almeno 335 morti. Nel 2024 ci sono state infatti le più gravi inondazioni degli ultimi 12 anni.

Il report non risparmia neppure i ghiacciai. L’Europa centrale è una delle regioni del mondo in cui si stanno riducendo più rapidamente. Nel 2024, i ghiacciai della Scandinavia e delle Svalbard hanno registrato i più alti tassi di perdita a livello globale, con una perdita media di spessore rispettivamente di 1,8 metri e 2,7 metri.

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Per fortuna c’è spazio anche per due buone notizie.

Innanzitutto, l’anno scorso in Europa la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha raggiunto il massimo storico, con il 45%. Oltre a questo, sono raddoppiate le città che hanno adottato piani di adattamento climatico. Ad esempio, Milano e Parigi hanno aumentato la superficie verde, una soluzione fondamentale per attenuare il fenomeno delle isole di calore.

Ma ovviamente il lavoro da fare è ancora tanto, e rapporti come quello del Servizio Copernicus e dell’Organizzazione mondiale della meteorologia ce lo dimostrano.

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