Il 2 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale delle Zone Umide, fondamentali per il clima e la biodiversità. Per l'occasione, in Sardegna la fondazione MEDSEA ha organizzato un ricco calendario di eventi
di Redazione E-Planet© Unsplash
Lagune, fiumi, stagni, laghi, paludi, torbiere: sono le wetlands, aree chiave per la biodiversità e per la regolazione del clima.
Per raccontare il valore di queste zone che svolgono servizi ecosistemici essenziali alla nostra sopravvivenza, il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day, WWD), data che ricorda l'adozione della Convenzione omonima per la loro tutela, firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar.
Secondo le Nazioni Unite il Pianeta ha perso ad oggi più dell'85% di questi ecosistemi. Recuperare, ripristinare ampliare le zone umide è il focus della giornata mondiale di quest'anno.
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Le zone umide offrono numerosi fondamentali servizi ecosistemici, come la regolazione dei fenomeni idrogeologici, attenuando gli effetti delle piene dei fiumi. Le wetlands favoriscono la ricarica delle falde acquifere, sono naturali "trappole per nutrienti", riducendo il carico organico derivante soprattutto dalle attività agricole e zootecniche. Lagune e laghi costieri sono importanti per l'itticoltura o la molluschicoltura e sono habitat essenziali per la riproduzione dei pesci e di conseguenza per la pesca.
Le zone umide sono fondamentali per la fissazione del carbonio presente nella biosfera, con conseguente mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Ma l'aspetto più significativo è rappresentato dalla grande biodiversità caratteristica di questi habitat, tra i più ricchi in assoluto insieme alle barriere coralline e alle foreste tropicali.
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In Sardegna esiste un legame particolare con le wetlands. La regione, con attualmente 9 aree RAMSAR su 57 zone identificate in Italia e ben il 17% della superficie complessiva nazionale, è infatti una delle regioni con la maggiore quantità ed estensione di questi importanti specchi d’acqua, per lo più costieri e di acqua salata.
Un patrimonio protetto dalla fondazione MEDSEA, che per l’occasione ha deciso di organizzare un ricco programma che dal 27 gennaio al 10 marzo celebrerà questi specchi acquatici, nell’anno del 53esimo anniversario della convenzione RAMSAR.
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Tema di quest’anno è “Zone Umide e Comunità: un intreccio vitale” per provare a raccontare “lo stretto legame tra zone umide e comunità di riferimento che da queste risorse naturali traggono numerosi benefici - spiega Manuela Puddu, responsabile MEDSEA per le zone umide - Oltre al sostentamento economico con attività come la pesca ed essere bacini di biodiversità per flora e fauna, gli stagni e le lagune sono luoghi di pace capaci di ridurre i livelli di stress e infondere uno stato di benessere nelle persone - numerosi studi lo dimostrano. Non solo, le zone umide stanno diventando sempre di più parte di quelle “NbS”, “soluzioni basate sulla natura” più efficaci per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un tempo erano aree considerate marginali (il 64% delle zone umide del nostro pianeta è andato distrutto negli ultimi secoli) - prosegue Puddu – oggi rivestono un ruolo cruciale e stiamo assistendo sempre più al loro riscatto”.
La Giornata mondiale delle zone umide è un modo per “sensibilizzare sul tema e far sì che le comunità diventino sempre di più custodi di questi bacini essenziali”. Tra le loro caratteristiche, quelle di stoccare l’anidride carbonica in eccesso e di raccogliere velocemente le acque alluvionali.
Tutti gli eventi del World Wetlands Day sulla pagina medseafoundation.org