La nazione asiatica vieterà la crescita in cattività e lo sfruttamento dei pachidermi, specie a rischio di estinzione
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Una decisione che arriva direttamente dalla Corte Suprema. D’ora in poi in Bangladesh sarà vietata la cattura e lo sfruttamento degli elefanti asiatici, una specie in via d’estinzione che si trova principalmente in India e nel sud-est asiatico.
Di fatto, non saranno più concessi permessi per far crescere gli elefanti in cattività. Finora, infatti, gli esemplari potevano essere catturati e sfruttati grazie a licenze rilasciate dal dipartimento delle foreste.
Secondo i dati dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn), nella nazione asiatica ci sono circa duecento elefanti, di cui la metà è tenuta in cattività. Ciò mentre, un tempo, lo stesso Bangladesh rappresentava una delle nazioni con più esemplari in tutto il continente.
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Sul banco degli imputati c’è sicuramente il fenomeno del bracconaggio. Ma oltre a questo, a mettere in pericolo questa specie ci sono anche la distruzione del loro habitat e l’utilizzo degli elefanti a scopi ludici – nelle compagnie circensi ad esempio – e industriali, soprattutto per trasportare tronchi di alberi. Per addestrare gli esemplari vengono usati metodi che le associazioni animaliste hanno denunciato come brutali. Ad esempio, i cuccioli vengono separati dalle madri e passano mesi in catene e sotto torture. L’anno scorso aveva suscitato scalpore la morte di un cucciolo usato per chiedere l’elemosina e ucciso dal passaggio di un treno.
Scenario in cui la decisione della Corte Suprema assume un valore enorme.