Gli animali si spingono nelle zone popolate dagli umani perché le città si espandono sempre più riducendo i loro habitat e le aree di migrazione e caccia
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La terra dei Masai in Kenya è diventata il luogo della strage dei leoni. Venerdì in un villaggio non lontano era stato trafitto a morte da un allevatore Loonkiito, 19 anni, forse il più anziano leone d’Africa in libertà: anche lui in cerca di cibo aveva lasciato il parco di Amboseli. Poi, in settimana, altri sei esemplari sono stati uccisi in un solo giorno dopo aver attaccato 11 capre e un cane.
L'agenzia per la conservazione del Kenya (Kenya Wildlife Service, KWS), in un comunicato, ha denunciato che sono in totale 10 gli animali uccisi dalla scorsa settimana aggiungendo che sono stati organizzati incontri con i rappresentanti delle popolazioni locali. La notizia ha fatto il giro del mondo, tanto da spingere la ministra del turismo Peninah Malonza a precipitarsi in elicottero nella zona dei Masai per ribadire l'auspicio di "un’armoniosa convivenza" tra animali e umani. D'altronde il 10% del Pil del Kenya viene dal turismo e i 2500 esemplari di leoni sono la punta di diamante.
Tutto questo non è che una delle mille conseguenze del cambiamento climatico. Negli ultimi anni infatti in Kenya sono aumentate le segnalazioni di animali selvatici che si sono spinti negli habitat umani, a causa della crescente pressione esercitata dalle città che si espandono nelle antiche zone di migrazione e di caccia. Le incursioni di animali selvatici nelle aree popolate sono aumentate negli ultimi anni nel Paese dell'Africa orientale, poiché lo sviluppo urbano ha ridotto il loro habitat e le aree di migrazione. Secondo il gruppo Lion Guardians, che è gestito dai Masai e lavora per preservare la popolazione di leoni nel parco, la siccità ha fatto aumentare la contrapposizione uomo-leone poiché "le prede selvatiche diventano più difficili da cacciare": affamati e senza altre risorse, i leoni cercano cibo e per questo attaccano il bestiame. "Si tratta chiaramente di un conflitto tra uomo e natura- ha dichiarato Daniel Sampu, coordinatore della Big Life Foundation che, tra l'altro si occupa di risarcire i pastori che subiscono danni al bestiame da parte dei predatori -la gente locale ha vissuto con gli animali selvatici per anni. L'allerta da parte dei pastori è aumentata dopo la recente, prolungata siccità. Bisogna scoraggiare queste azioni".
A suscitare indignazione è stata l'uccisione, nei giorni scorsi, dell'esemplare ritenuto il più longevo d'Africa. Un leone di 19 anni colpito a morte dai guerrieri Masai dopo essersi allontanato dal parco in cerca di cibo. Nel 2021 il KWS aveva definito Loonkito un "leggendario guerriero" che aveva difeso il suo territorio per oltre un decennio.Il gruppo di conservazione Lion Guardians ha elogiato Loonkito come "un simbolo di resilienza e coesistenza". Si stima che in Kenya ci siano 2.500 leoni, secondo il primo censimento nazionale della fauna selvatica condotto nel 2021.