Secondo il New York Times, dalla cerimonia di insediamento a oggi il governo ha inviato alle agenzie federali indicazioni – ufficiali e non – che vietano l’utilizzo di alcune parole ed espressioni, o ne richiedono la modifica
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Le parole sono importanti. Solo conoscendo un problema, si può pensare di affrontarlo e superarlo. Per questo, quando quelle parole iniziano a scomparire, portare avanti una riflessione diventa molto più difficile.
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È quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove l’amministrazione guidata da Trump sta scoraggiando o cancellando da siti e documenti delle agenzie federali un elenco di parole, soprattutto quelle legate a clima, energia e diritti.
A monitorare questa progressiva scomparsa è un’indagine del New York Times. I suoi giornalisti hanno così scoperto che dalla cerimonia di insediamento a oggi il governo ha inviato alle agenzie federali indicazioni – ufficiali e non – che vietano l’utilizzo di alcune parole ed espressioni, o ne richiedono la modifica.
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Tra queste ci sono, ad esempio:
- “activism”, attivismo
- “clean energy”, energia pulita
- “climate crisis”, crisi climatica
- “climate science”, scienza del clima
- “DEI, diversity, equity and inclusion”, diversità, equità e inclusione
- “disabilities”, disabilità
- “discrimination”, discriminazione
- “social justice”, giustizia sociale
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La comunità di scienziati ha subito mostrato grande preoccupazione, perché le parole definiscono la nostra realtà, soprattutto quando sono in ballo temi globali come la salute del Pianeta o i diritti delle persone.
L’impatto che la scelta dell’amministrazione trumpiana potrebbe avere su studi e ricerche è enorme.