La crisi climatica avanza: non c’è più tempo da perdere

Possiamo ancora fermare la catastrofe climatica, ma il tempo per riuscirci si è ridotto ulteriormente.

Nonostante tutti gli avvertimenti degli scienziati, le richieste delle comunità e le promesse delle istituzioni, anche nel 2023 le emissioni di gas serra globali sono cresciute, aumentando dell’1,3% rispetto al 2022.

Questo significa che non solo non siamo in linea con gli Accordi di Parigi (limitare la crescita della temperatura media globale a un massimo di 1,5 gradi centigradi), ma rischiamo un ulteriore aumento delle temperature. A dirlo è la nuova edizione del rapporto “Emissions Gap” del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep).  

Il rischio è di avere un aumento della temperatura media globale compreso tra i 2,6 e i 3,1 gradi. Una situazione che porterebbe ad una vera e propria catastrofe climatica. Come ha dichiarato Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep: “Siamo in un momento critico. abbiamo bisogno di una mobilitazione mondiale ad un ritmo e su una scala mai visti in precedenza”.  

Un monito lanciato a poche settimane dall’inizio della ventinovesima Conferenza mondiale sul clima, ospitata a Baku. Quello che serve, infatti, è una presa di posizione da parte di chi prende le decisioni: i governi mondiali devono porre fine alla dipendenza da combustibili fossili e impegnarsi per un futuro più sostenibile, scegliendo l’energia rinnovabile, ripristinando gli ecosistemi, proteggendo e incrementando le aree verdi. 

Proprio alle istituzioni si è rivolta la direttrice Andersen: “Basta parole al vento, vi prego. Utilizzate le prossime discussioni a Baku per intensificare l’azione da subito”.

Anche se sembrano numeri piccoli, ogni decimo di grado può fare la differenza. In ballo non c’è solo la salute del Pianeta, ma la salvezza di tutti noi e soprattutto delle generazioni future.