Il più grande felino delle Americhe è sempre più minacciato
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Incendi, deforestazione e commercio illegale minacciano il più grande felino delle Americhe, il cui areale si è ridotto del 50%
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Nell’ultimo secolo l’areale complessivo del giaguaro (Panthera onca) si è ridotto di quasi il 50%. Tuttavia, una combinazione di impegni in materia di aree protette da parte dei governi dell’America Latina, assieme al divieto del commercio di felini da parte della CITES nel 1975, ha contribuito a portare al recupero di alcune popolazioni nelle roccaforti strategicamente significative di questa specie. Lo spiega il WWF, in occasione della Giornata Mondiale del giaguaro, ricordando che negli ultimi anni sono aumentate le preoccupazioni per l’aumento del commercio illegale.
Uno studio condotto su 31 piattaforme online liberamente accessibili in sette lingue ha rilevato ben 230 post con possibili parti di giaguaro in vendita. Lo studio, pubblicato su PlosOne, ha dimostrato come i denti sono stati di gran lunga la parte del corpo più rilevata con 156 post che offrivano almeno 367 denti, 95 dei quali erano accompagnati da immagini verificate visivamente da esperti come denti di giaguaro.
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Sebbene l'areale conosciuto dei giaguari si estenda dal Messico all'Argentina, questi magnifici felini sono stati eradicati da quasi la metà di questa vasta regione. Gli scienziati stimano che ne rimangano tra i 64.000 e i 173.000 individui, e la metà di questi si trova in Brasile. Un gruppo di ricercatori ha recentemente identificato le aree protette strategiche per la conservazione del giaguaro. La maggior parte di queste aree ricade nei territori più colpiti dalla deforestazione ovvero quelli dell’Amazzonia meridionale, dove la perdita di foreste negli ultimi decenni è stata drammatica. Qui, nella foresta pluviale più grande del mondo, i giaguari sono minacciati dalla deforestazione e dagli incendi causati dall'uomo. Il Territorio Indigeno Yanomami, che copre un'area grande quanto il Portogallo, ha la più alta densità di giaguari - con una stima di circa 1.000 individui – ed è sotto tutti gli aspetti l’area più importante per il futuro della specie.
“La salvaguardia delle aree protette è di fondamentale importanza per i giaguari, ma non è sufficiente. Dobbiamo anche mantenere la connettività tra loro attraverso corridoi sicuri e una solida pianificazione dell’uso del territorio per garantire il flusso genetico”, ha affermato la coautrice dello studio Valeria Boron, del WWF UK.
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Secondo uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Oryx, le popolazioni di giaguaro sono minacciate di estinzione praticamente ovunque tranne che in Amazzonia. La connettività potrebbe essere un’ancora di salvezza per le popolazioni di questi felini che vivono al di fuori della più grande foresta pluviale del mondo.
La Jaguar 2030 Roadmap è un piano per collegare le principali aree di conservazione dei giaguari entro il 2030, guidato dal WWF, dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), dalla Wildlife Conservation Society (WCS) e dall'organizzazione globale per la conservazione dei felini selvatici. Estinti in Uruguay ed El Salvador, sono considerati in pericolo critico in Argentina, dove è in corso un importante progetto di reintroduzione del felino nelle aree umide del Parco nazionale di Iberà, nello stato di Corrientes. Il progetto è condiviso da Rewilding Argentina e Tompkins Conservation.
Il giaguaro, il felino più grande del continente americano, è considerato una specie "ombrello" la cui adeguata conservazione contribuisce al mantenimento e alla protezione degli ecosistemi e della biodiversità che caratterizzano il loro areale. Ha un morso potentissimo che può rompere il carapace di una tartaruga. Questi predatori opportunisti si nutrono di oltre 85 specie di prede e possono vivere ovunque, dalle foreste alle praterie alle paludi. I giaguari sono territoriali e hanno bisogno di ampi spazi per i propri territori di caccia.
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LA STRATEGIA WWF
Il progetto “Salviamo il giaguaro, un ambasciatore per le Americhe“ che vede impegnato il WWF Mesoamerica è un programma su larga scala che ha messo in primo piano la gestione delle aree protette, l’analisi dell’impatto delle dighe, la mitigazione dei conflitti uomo-giaguaro, la riduzione del bracconaggio – che ha come target principali sia i giaguari sia le loro prede - la gestione sostenibile delle aree a vocazione produttiva, la creazione e il rafforzamento di corridoi ecologici per il giaguaro, la promozione di attività produttive alternative per le comunità, la promozione di politiche di conservazione e il monitoraggio delle popolazioni.
Entro il 2023, i siti chiave all'interno di due aree strategiche per il futuro dei giaguari, saranno protetti (il WWF ha scelto la foresta Maya in Guatemala come area chiave), attraverso la gestione sostenibile degli habitat critici, la riduzione del bracconaggio e dei conflitti uomo-giaguaro, il raggiungimento di popolazioni numericamente stabili o in crescita.