Ridurre gli sprechi alimentari per contrastare il riscaldamento globale
di Ronny Mengo© Pixabay
Dal 1974 a oggi lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50%: il cibo che finisce nel cestino potrebbe sfamare l’intera Africa. Combattere questo problema, tra i più grandi a livello planetario, non è più prorogabile. Serve un cambio drastico nelle abitudini di tutti noi, una riflessione comune che può anche essere facilitata dai nostri smartphone. In questo senso crescono infatti le App come Babaco Market che salvaguarda la tradizione gastronomica italiana, Best Before che seleziona i cibi in scadenza o Regusto che gestisce donazioni e acquisti dei prodotti tra enti no profit e aziende. Fino ad arrivare a Too Good To Go che permette ai commercianti e ai ristoratori di mettere in vendita il cibo invenduto a fine giornata e allo stesso tempo ai consumatori di acquistarlo ad un terzo del prezzo di vendita.
Un’applicazione che conta oltre 47 milioni gli utenti, di cui 5 milioni solo in Italia e oltre 110 mila negozi aderenti. Se il cambiamento climatico è il nostro problema numero uno, la soluzione numero uno è lavorare proprio sullo spreco alimentare. Complessivamente viene sprecato oltre il 17% del cibo a livello mondiale, circa 931 milioni di tonnellate l’anno, e chi ne scarta di più sono proprio le famiglie con l’11% di alimenti buttati nelle case contro il 5% e il 2% rispettivamente dei servizi e dei punti vendita al dettaglio.
Uno spreco che si declina nel diossido di carbonio sprigionato inutilmente in atmosfera per produrre i beni alimentari destinati alla pattumiera e nei milioni di metri cubi d’acqua ugualmente utilizzati per niente dalla filiera produttiva e dai singoli consumatori. Per iniziare a generare un cambiamento positivo a volte basta un click.