L’aumento della vegetazione è da collegare alla migrazione verso nord della zona di convergenza intertropicale, che ha provocato tempeste e violente alluvioni in alcuni Stati dell’Africa occidentale e centrale
di Redazione E-Planet© Unsplash
Alcuni scatti del satellite MODIS della NASA hanno immortalato il continente africano con una fascia verde più estesa del solito. Tanto da far sembrare il Sahara meno “desertico” di quanto siamo abituati a vedere.
Ma cosa sta succedendo? E perché non è una buona notizia?
Ebbene, nella sua parte meridionale, il deserto caldo per eccellenza sta effettivamente diventando più verde. Ma per quanto possa sembrare un dato positivo, all’origine di questa vegetazione rigogliosa ci sono eventi metereologici estremi che hanno colpito alcuni Stati dell’Africa occidentale e centrale.
In queste zone si sta infatti verificando uno spostamento verso Nord della cosiddetta “zona di convergenza intertropicale”. Un’area in cui tutto l’anno è presente uno stato di bassa pressione, che avvolge il Pianeta sulla fascia equatoriale. Una vera e propria cintura fatta di alte temperature e umidità, che quindi garantiscono piogge abbondanti.
La sua migrazione verso nord, però, ha provocato tempeste e violente alluvioni, che hanno causato gravi danni in Nigeria, Ciad, Sudan, Niger, e creato disagi per circa 4 milioni di persone.
© NASA
A favorire questo spostamento della “zona di convergenza intertropicale”, è stato – insieme ad altri fattori meteorologici – l’aumento della temperatura media globale. Fenomeno che secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature climate change potrebbe diventare sempre più frequente nei prossimi due decenni.
Un assaggio degli effetti si ha proprio nel Sahara meridionale, dove c’è stato un aumento delle precipitazioni del 400% rispetto alla media.
Ovviamente lo spostamento verso nord della fascia è un fenomeno che dovrà essere approfondito e studiato prendendo in considerazione elementi diversi. Se da un lato, infatti, si guarda indietro a precedenti ricerche sul passato da pianura verde del Sahara (che secondo i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology cambierebbe aspetto ogni 20.000 anni), dall’altro i timori sono rivolti al futuro e ai mutamenti che potranno interessare il Sahara e - chissà – anche zone più nord.