SEMPRE PIÙ ALLUVIONI

Perché l’Italia finisce sott’acqua

Nel giro di appena 14 anni l’Italia ha subito 684 allagamenti, 166 esondazioni fluviali e 86 frane. Proviamo ad analizzare le ragioni di questi fenomeni troppo frequenti e cosa potremmo fare per prevenirli

09 Gen 2024 - 10:29
 © Getty

© Getty

Marche, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Lombardia, fino alla Sicilia. Negli ultimi anni abbiamo assistito a piogge improvvise e torrenziali con una frequenza inedita. Eventi climatici estremi sempre più numerosi e intensi che hanno origine sì dalla crisi climatica, ma non solo. A favorire fenomeni come questi è anche il nostro comportamento, presente e passato, nei confronti dei territori che abitiamo.

Fiumi ristretti in spazi minuscoli senza misure che possano gestire le piene. Territori ricoperti dal cemento e resi impermeabili tanto da non riuscire più ad assorbire l’acqua, che in grandi quantità trascina con sé ogni cosa. Suoli consumati e ridotti all’osso da azioni invasive e distruttive. Politiche del territorio che non considerano le esigenze di una natura sempre più fragile.

© Getty

© Getty

Così, forti acquazzoni provocano allagamenti improvvisi, smottamenti, e milioni, se non miliardi di euro di danni. A dirlo è il rapporto Città Clima 2023, Speciale Alluvioni di Legambiente. Secondo cui nel giro di appena 14 anni l’Italia ha subito 684 allagamenti, 166 esondazioni fluviali e 86 frane.

Un luogo estremamente fragile e non abbastanza protetto. Questo è il nostro Paese, con pochi interventi di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici, nonostante l’altissimo rischio idrogeologico spesso causa di numerose vittime. Dati Ispra alla mano, sono 1,3 milioni le persone che vivono in aree a rischio frane e smottamenti. 6,8 quelle che rischiano di essere colpite da un’alluvione.

Tutto questo naturalmente ha un costo. In soli 10 anni abbiamo speso quasi 14 miliardi di euro per la gestione delle emergenze meteo-climatiche nelle loro varie forme. Inverno estremo e record di precipitazioni nel 2021, siccità prolungata nel 2022, ondata di piogge intense e concentrate nell’anno che appena concluso.

© Getty

© Getty

E non solo Italia. In un mondo in cui le temperature stanno raggiungendo livelli mai visti prima, impossibile dimenticare le immagini di alcune zone della Libia, completamente sommerse, l’acquazzone al festival Burning Man in Nevada che ha bloccato 70mila persone, e ancora Bulgaria, Turchia, Grecia, Spagna, Cina, Sudafrica. Tutto nell’arco del 2023.

La soluzione? Secondo Legambiente si tratta di prevenire, adattare, uscire da un’ottica di emergenza e convivere con il rischio, imparando a gestirlo. Restituire ai fiumi gli spazi di cui hanno bisogno, per potersi intrecciare alla nostra vita di tutti i giorni. Approvare la legge sullo stop al consumo di suolo, perché non possiamo permetterci di perderne ancora. L’emergenza è ormai diventata la nuova normalità e siamo noi a dover fare un passo indietro.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri