Il più grande labirinto al mondo fatto di canne di bambù: il progetto di Franco Maria Ricci è un luogo unico, un affascinante gioiello botanico in cui vagare tra arte e natura
di Redazione E-Planet© Sito ufficiale
Posti in cui perdersi, ma anche ritrovarsi. Luoghi in cui salutare vecchie paure o conoscere un coraggio nuovo. Stanze che nascondono mostri o rompicapi che portano a un tesoro. Che siano fisici o solo mentali, i labirinti ci affascinano da millenni.
Eclettici, seducenti, misteriosi, tutti hanno avuto la tentazione di entrarvi almeno una volta. Noi sicuramente sì. E non potevamo non portarvi con noi in quest’avventura. Siamo stati vicino a Parma, dove un sogno si è trasformato in un luogo unico nel suo genere: il Labirinto della Masone. Qui natura, arte e cultura si rincorrono l’un l’altra in un dedalo di oltre tre chilometri di bambù.
Il Labirinto nasce a Fontanellato da un’idea di Franco Maria Ricci, editore, designer, collezionista e bibliofilo. Aperto nel 2015, in realtà la sua storia inizia nel 1977 con una promessa fatta – pensate un po’ – allo scrittore Jorge Luis Borges, da sempre affascinato dal simbolo del labirinto.
Progettato da Franco Maria Ricci insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, il Labirinto è composto interamente di 20 diverse specie di bambù. Otto ettari che formano un quadrato incorniciato da una stella, in cui vivere un’esperienza unica.
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Ma perché il suo ideatore scelse proprio questa pianta? Lo abbiamo chiesto al Direttore del Labirinto, Edoardo Pepino: “Il bambù si sposava perfettamente con il suo ideale, sia di bellezza sia di questo progetto in particolare, per due ragioni principali. La prima è l’eleganza del bambù. Esistono tantissime e diverse varietà: quelle alte, quelle basse, di colore giallo, di colore verde, nero. Questo affascinava Franco Maria Ricci. La seconda ragione dipende dalla grandissima forza che ha il bambù. Questa pianta cresce una volta all’anno, nel mese di maggio, con un vigore eccezionale. Può crescere fino a 30 centimetri al giorno, e una piantagione di bambù diventa foresta in pochissimi anni. Quindi Franco Maria Ricci ha scelto il bambù proprio per questa capacità e nell’arco di pochi anni è diventato il labirinto di siepi così come lo vediamo oggi”.
Usare la natura, ma senza distruggerla. Anzi modellandola per creare e ospitare cultura. Un bizzarro e bellissimo tesoro botanico. Un’oasi verde in cui vagare, ma anche un complesso architettonico che stimola la curiosità. Il Labirinto ospita infatti una collezione d’arte, una biblioteca e numerosi eventi. Insomma, se verrete qui non ci sarà tempo per annoiarsi.
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Come ci ha raccontato Mattia Amarù, Responsabile eventi Labirinto della Masone: “Il Labirinto è diventato un luogo di ambiente, arte e cultura in maniera molto naturale. Perché Franco Maria Ricci a un certo punto della sua carriera cerca una dimora per le sue opere d’arte. Un museo che oltre alla sua collezione prosegue la ricerca sia museale che editoriale, ospitando anche mostre temporanee”.
Ancora una volta, la natura ci lascia senza fiato. Preparatevi a perdervi e ritrovarvi negli angoli di questo sogno fatto di bambù.