Alta densità di popolazione, tanti veicoli e allevamenti intensivi tra le cause di una costante cattiva qualità dell'aria. La geografia e il clima peggiorano il problema
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In Pianura Padana l'inquinamento è alle stelle. Infatti, il mese scorso l'area ha visto superare in molte occasioni il limite per le concentrazioni medie annuali di particelle fini, le cosiddette PM10 e PM2.5, fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità, causando serie preoccupazioni per la salute dei suoi residenti. I dati impressionanti provengono dal servizio europeo di monitoraggio dell'atmosfera Copernicus, noto come Cams.
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La zona è alle prese con una sfida ambientale persistente, dal momento che supera regolarmente la soglia critica per la concentrazione di smog stabilita dall'Oms.
La Pianura Padana è un'area densamente popolata, che come conseguenza porta a un alto numero di veicoli circolanti e di abitazioni che emettono grandi quantità di inquinanti nell’atmosfera. Inoltre, essa ospita importanti allevamenti intensivi ed è sede di coltivazioni agricole che utilizzano sistemi di produzione che prevedono un ampio utilizzo di fertilizzanti, che producono ossidi di azoto che si disperdono nell'aria.
La geografia e le caratteristiche meteorologiche della regione aggravano il problema: è infatti circondata dalle Alpi a Nord e dagli Appennini a Sud, creando un microclima che spesso intrappola gli inquinanti, soprattutto in determinate condizioni meteorologiche come le inversioni termiche, cioè quando l’aria calda sovrasta l’aria fredda, una situazione inusuale che agisce come il coperchio di una pentola. I mesi invernali sono quelli caratterizzati da qualità dell’aria peggiore, con concentrazioni elevate di PM10 e PM2.5 che possono causare malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e allergie. La scarsa presenza del vento fa il resto.
Il sistema europeo Copernicus monitora e prevede la qualità dell’aria su scala globale e regionale combinando le osservazioni satellitari con quelle sul posto di inquinanti atmosferici. Il servizio sarà presto affiancato dalla missione europea EarthCare, realizzata dall’Agenzia spaziale europea con il contributo dell’Agenzia spaziale giapponese Jaxa.
EarthCare, il cui lancio è previsto a maggio, è dedicata allo studio delle nuvole e del loro ruolo nel determinare il clima e contribuirà anche a migliorare la nostra comprensione delle dinamiche dell’inquinamento atmosferico. Il satellite è dotato di quattro diversi strumenti ed è la più complessa delle missioni Esa dedicate all’osservazione della Terra.