Discariche di rifiuti sui fondali dei mari italiani, la quasi totalità è plastica
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"In Italia gettiamo spazzolini pari a 4mila tonnellate di plastica", fa notare l'ong che chiede al governo "di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo"
Entro il 2040 la quantità di plastica in mare triplicherà © Ansa
"L'inquinamento da plastica in natura ha superato il limite planetario oltre il quale non c'è la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita". Lo certifica il Wwf che, in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente, pubblica il nuovo rapporto "Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire". Ogni anno si registrano fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica (in gran parte monouso) in mare e altrettanti abbandonati sulla terra. L'Italia è tra i Paesi che inquinano maggiormente tra quelli che si affacciano sul Mediterraneo. L'ong chiede al governo "di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo".
La produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e questa percentuale potrebbe aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.
In Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che attualmente non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti, afferma ancora il Wwf.
L'ong osserva che "siamo circondati da prodotti come sedie e arredamenti in plastica, penne, spazzolini, giocattoli, pettini, spugne, bacinelle e molto altro, che la regolamentazione attuale non ci permette di riciclare" e quindi finiscono in discarica o a recupero energetico. Per questo l'associazione ambientalista chiede al governo di "andare oltre il riciclo dei soli imballaggi". I danni per specie e salute umana sono (quasi) irreversibili, rileva il Wwf secondo cui "la plastica deve essere gestita in maniera più efficace ed efficiente, coordinata e integrata, coinvolgendo tutti gli attori (dalle istituzioni, alle aziende, fino alle persone e alle città in cui vivono) e agendo in tutte le fasi - dalla sua produzione, al suo impiego e fino allo smaltimento".
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A fronte di una produzione in costante crescita, la plastica ha tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale, scrive il Wwf rimarcando che "entro il 2050 la quantità totale di plastica prodotta si è calcolato che potrebbe triplicare, con conseguente aumento dell'immissione di rifiuti di plastica nell'ambiente: 12 miliardi di tonnellate di plastica potrebbero finire in natura. Se accadrà, tra 30 anni nel mare ci potrebbero essere più plastiche che pesci".
La soluzione secondo il Wwf è l'economia circolare e serve agire sui primi tre livelli della scala gerarchica dei rifiuti: la prevenzione, il riuso e il riciclo.