Secondo un rapporto Ipbes, sono più di 37mila le specie invasive introdotte nei biomi di tutto il mondo dalle attività dell’uomo. Cambiamenti degli ecosistemi e della biodiversità che ogni anno costano a livello globale ben 423 miliardi di dollari
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La natura ha i suoi equilibri e alterarli può avere un costo decisamente alto. Soprattutto quando si parla di specie invasive.
A dirlo è un rapporto Ipbes, la Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, il principale organismo delle Nazioni Unite sulla scienza della biodiversità. La valutazione è frutto di un lavoro di quattro anni e mezzo, portato avanti da 86 esperti.
Secondi i dati raccolti, sono più di 37mila le specie cosiddette aliene introdotte nei biomi di tutto il mondo dalle attività dell’uomo. Cambiamenti degli ecosistemi e della biodiversità che ogni anno costano a livello globale ben 423 miliardi di dollari, e che sono diventati una delle principali minacce alla diversità della vita sulla Terra.
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Alcune di queste specie - come le zanzare, i ratti o le termiti - hanno viaggiato sulle rotte commerciali globalizzate, portando malattie, distruzione dei raccolti e danni a beni materiali. Il ritmo attuale di introduzione e diffusione delle specie aliene viaggia a ritmi che non hanno precedenti nella storia umana: circa 200 specie all’anno. Animali, ma anche piante e microrganismi invasivi e dannosi per i nuovi ambienti, che rappresentano una grave minaccia per l’equilibrio degli ecosistemi. Tra i danni irreversibili, infatti, ci può essere addirittura l’estinzione di specie locali e globali.
In Italia conosciamo bene il fenomeno delle specie invasive. Dalla cimice asiatica agli scoiattoli grigi, fino ad arrivare al temuto granchio blu, al centro del dibattito ormai da settimane.
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La prima causa di queste “invasioni” è ovviamente l’errore umano. Traffici e commerci hanno facilitato lo spostamento di specie animali e vegetali da un habitat all’altro. Per questo spetta a noi rimediare. Esistono degli strumenti per mitigare la diffusione degli ospiti indesiderati, proteggendo gli ecosistemi attaccati, ma la soluzione migliore al problema sarebbe la prevenzione. Maggiori controlli e misure di biosicurezza aiuterebbero a tutelare l’ambiente, ponendo un freno al caos che tanto ci piace creare.