Il colosso del web ha progettato un modo per ridurre le scie di condensazione grazie alle ricerche e alle previsioni elaborate tramite l’intelligenza artificiale
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Quante volte avete alzato gli occhi al cielo e vedendo una scia bianca vi siete chiesti dove fosse diretto quell’aereo? Provate invece a chiedervi cosa si sta lasciando alle spalle.
L’inquinamento non risparmia neppure il cielo, e questo ormai lo sappiamo. Da tempo gli aerei sono sotto osservazione per il loro impatto sull’ambiente e non mancano ricerche e studi per trovare una soluzione all’impronta di ogni volo. Questa volta la proposta arriva addirittura da Google e ha come oggetto proprio quelle linee chiare che tagliano in due l’azzurro. E no, non stiamo parlando di scie chimiche.
Il loro nome è “scie di condensazione” e si formano quando la fuliggine degli aerei (che bruciano kerosene) si aggrega alle particelle d’acqua nell’aria umida nell’atmosfera, trasformandosi in ghiaccio, viste le temperature molto basse. Condensandosi, queste particelle assorbono e catturano la radiazione solare, contribuendo al riscaldamento globale. E qui entra in gioco il colosso del web. L’idea è quella di usare l’intelligenza artificiale per prevedere le aree in cui è più probabile che le scie si formino, suggerendo così ai piloti rotte alternative per ridurre l’impatto.
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Un progetto che Google sta sviluppando insieme ad American Airlines e a Breakthrough Energy, fondo di investimento sul clima di Bill Gates. Grazie all’intelligenza artificiale sono stati analizzati in breve tempo numerosi dati, tra cui immagini satellitari, previsioni metereologiche e informazioni sulle rotte. A questo punto, sempre tramite l’AI, l’azienda ha potuto creare mappe di previsione delle scie di condensazione.
I test hanno coinvolto alcuni piloti dell’American Airlines, che hanno effettuato 70 voli di prova in sei mesi, basandosi sulle previsioni. Le mappe hanno suggerito loro tragitti più lunghi e in aree più secche. Gli aerei hanno bruciato il 2% in più di carburante, ma le scie sono state ridotte del 54%.
Il settore dell’aviazione è responsabile del 2,5% circa delle emissioni globali di CO2, percentuale che però sale al 3,5% se si considerano altri inquinanti. Numeri minori rispetto ad altri settori. Però, a differenza ad esempio del settore del trasporto su strada, quello aereo non ha ancora una soluzione alternativa per decarbonizzare i viaggi a lungo raggio. I motori a idrogeno sono ancora in fase di test e per i motori elettrici la strada sembra ancora piuttosto lunga. Ricerche come quella di Google sono quindi sempre più urgenti per il bene del Pianeta. Se poi a farle è chi di ricerche se ne intende, ancora meglio.