È il terzo santuario marino più grande degli Stati Uniti e sarà co-gestito dalla National Oceanic and Atmospheric Administration e dalla comunità dei Chumash
di Redazione E-Planet© Getty
Gli Stati Uniti hanno un nuovo santuario marino. Si tratta del Chumash Heritage National Marine Sanctuary, al largo della costa californiana. Con i suoi 11.700 chilometri quadrati è il terzo più grande del Paese.
Il santuario avrà un ruolo chiave nella protezione della biodiversità locale. La zona, inclusa tra le contee di San Luis Obispo e Santa Barbara, ospita infatti numerosi esemplari e anche delle specie a rischio, come la tartaruga liuto e le lontre marine meridionali. La decisione presa permetterà di vietare trivellazioni petrolifere e attività minerarie, oltre a creare nuove opportunità per la ricerca e lo sviluppo economico sostenibile.
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Una vittoria per l’ambiente ma anche un importante riconoscimento dei diritti dei Chumash, la comunità di nativi americani che abita le zone costiere della California centrale e che da un decennio chiedeva l’istituzione del santuario, di cui ora sarà co-custode insieme alla National Oceanic and Atmospheric Administration.
Una gestione congiunta che vuole proprio celebrare il legame profondo di questa zona con la comunità indigena, portatrice di conoscenze e tradizioni.
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Il progetto rientra nella strategia del presidente Joe Biden di ottenere la protezione del 30% dei territori e delle acque degli Stati Uniti entro il 2030. Come ha sottolineato Brenda Mallory, presidente del White House Council on Environmental Quality: “Il Chumash Heritage National Marine Sanctuary è il risultato della collaborazione tra leader statali, territoriali, locali e indigeni e l’amministrazione Biden-Harris per dimostrare che possiamo proteggere le acque importanti dal punto di vista culturale ed ecologico, costruendo al contempo un futuro di energia pulita. Con l’annuncio di oggi, il presidente Biden ha ora preservato oltre 45 milioni di acri di terre e acque, proteggendo al contempo siti che onorano le comunità indigene e raccontano una storia più completa della nostra nazione”.
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