CENTRAL PARK CLIMATE LAB

Studiare il clima nel cuore verde della Grande Mela

Un laboratorio nel mezzo di Manhattan che aiuterà a comprendere meglio gli effetti dei cambiamenti climatici sui parchi cittadini

di Redazione E-Planet
15 Lug 2022 - 12:33
 © Unsplash

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Nel romanzo che porta il suo nome il giovane Holden si chiedeva dove andassero le anatre del Central Park in inverno quando il lago ghiacciava. Alla sua domanda e a tanti altri dubbi su clima, fauna e vegetazione potrà rispondere ben presto il parco stesso. L’oasi verde più famosa di New York – e forse del mondo – diventerà infatti un “climate lab”. Un centro di ricerca per studiare la relazione tra i cambiamenti climatici e le aree verdi urbane.

L’innovativo Central Park Climate Lab offrirà strumenti di ricerca e analisi per aiutare i parchi cittadini di tutto il mondo ad affrontare gli effetti del riscaldamento globale. Il laboratorio è nato proprio dopo aver notato gli effetti devastanti che i cambiamenti climatici hanno avuto sul parco ed è una partnership tra l’organizzazione Natural Areas Conservancy di New York e la Yale School of the Environment. Il progetto aiuterà non solo a capire come il parco stia cambiando ma anche a gestirne al meglio la capacità di adattarsi.

Il Central Park negli ultimi anni ha infatti avuto a che fare con eventi estremi: precipitazioni intense, bufere, temperature fuori controllo, crescita di specie dannose. Tutti fenomeni che hanno colpito flora e fauna del parco, con conseguenze che sono ricadute anche sui cittadini. Le aree verdi urbane hanno un impatto notevole sul benessere degli abitanti, in primis per il ruolo di mitigatrici del global warming e per la capacità di catturare CO2. Se i parchi sono minacciati, è quindi in pericolo la stessa qualità della vita in città.

Ragione per cui il Central Park Climate Lab aiuterà New York nella gestione e nella protezione del parco, raccogliendo dati, sviluppando nuove tecniche per la salvaguardia e proponendo le soluzioni migliori per far adattare alberi e piante ai cambiamenti che arriveranno.

Una sfida unica che potrà fare da esempio a molte altre città nel mondo. Perché prevenire è meglio che curare, anche quando si tratta di alberi.

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