Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un modo per scomporre il PET e creare “nuova” plastica
di Redazione E-Planet© Pexels
Mai più bottigliette che diventano reperti archeologici o frammenti che restano tra le onde del mare per secoli. Un progetto dell’Università del Texas ha creato in laboratorio un enzima in grado di decomporre la plastica in pochi giorni.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature, ha riprodotto una proteina capace di separare gli elementi che compongono il PET, il polietilene tereftalato che compone il 12% dei rifiuti globali.
È il processo della depolimerizzazione. Un catalizzatore separa le componenti della plastica nei loro monomeri originali, che possono poi essere riaccoppiati per formare plastica vergine e convertiti in altri prodotti. Una decomposizione che nei test è avvenuta in una sola settimana, un risultato decisamente importante.
La scoperta di enzimi in grado di digerire la plastica è in realtà frutto di diversi studi svolti in anni precedenti. In quei casi si trattava di enzimi derivati da batteri esistenti, ritrovati su frammenti di plastica. Tuttavia, molti di loro hanno delle limitazioni, ad esempio lavorano bene solo in determinate condizioni di pH e temperatura. La variante elaborata in Texas, denominata FAST-PETase, riesce invece a decomporre 51 tipi di PET in diversi ambienti e scenari.
Il beneficio maggiore di questo sistema, ovviamente, è che per produrre nuova plastica non serve più altro petrolio. Rispetto al classico riciclo, che prevede la perdita dell’integrità del materiale quando viene fuso e rimodellato, con questa tecnica viene prodotto PET come se fosse nuovo, praticamente vergine.
Il prossimo passo sarà sottoporre FAST-PETase a diversi tipi di PET che si trovano abitualmente tra i rifiuti. Se gli enzimi saranno abbastanza robusti per essere usati a livello pratico e ci saranno dei risultati, si potrà pensare di adattarli su larga scala.
Un processo che potrebbe senz’altro portare notevoli vantaggi al ciclo di smaltimento della plastica, uno dei rifiuti che più contribuiscono all’inquinamento del mondo.