Il climatologo Ed Hawkins ha aggiunto l’anno appena passato al suo codice a barre colorato: una striscia ancora più scura per riassumere l’anno dei record negativi per il Pianeta
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Il nero non passa mai di moda, è vero. Peccato che al Pianeta non interessi molto di seguire le tendenze. Anzi, la sua palette sempre più scura non sembra poi donargli così tanto.
No, non stiamo parlando di vestiti. A scurirsi ogni anno di più sono le climate stripes, la rappresentazione schematica dell’andamento delle temperature, dalla fine del XIX a oggi.
Da una scala di freddi azzurri siamo passati pian piano a un susseguirsi di striscioline rosse, sempre più calde. Una sorta di codice a barre colorato, ideato dal climatologo Ed Hawkins, che qualche giorno fa annunciato tristemente l’aggiunta allo schema del 2023, l’anno dei record.
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Una striscia ancora più scura, che riassume mesi di ondate di calore, di riscaldamento anomalo dei mari, di eventi metereologici estremi.
E lo scenario che gli scienziati prospettano per il 2024 non sembra poi così diverso. La speranza è che non si arrivi mai a una striscia nera. Riportiamo il Pianeta ai colori che più gli donano.