Life Turtlenest, cofinanziato dall'Unione Europea e coordinato da Legambiente, è finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi e ricerca scientifica
di Redazione E-Planet© Getty
Il cambiamento climatico muta gli equilibri del Pianeta. E così gli habitat cambiano, portando gli animali a traslocare in luoghi prima inospitali. Come le tartarughe marine.
Con il riscaldamento dei mari dovuto alla crisi climatica, infatti, questa specie è arrivata sulle coste italiane, spagnole e francesi e dal 2013 le nidificazioni sono aumentate rapidamente, raggiungendo nelle ultime due stagioni il numero record di 146. Fino a pochi anni fa la nidificazione regolare avveniva esclusivamente nel più caldo bacino del Mediterraneo orientale, principalmente in Libia, Grecia, Turchia e Cipro. Oggi però luoghi che in passato erano troppo freddi, si sono trasformati in nuove allettanti mete.
Le deposizioni si sono verificate sulle coste tirreniche dell'Italia (84,5%), seguita da Spagna (13,9%) e Francia (1,5%). E in occasione della Giornata Mondiale delle tartarughe marine che si celebra ogni 16 giugno, Legambiente lancia l'allarme sollecitando ad intervenire per garantire la conservazione della specie nel Mediterraneo occidentale.
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Per questo è nato Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall'Unione Europea e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi e ricerca scientifica.
Le nuove aree infatti non sono sempre adatte ad accogliere la specie, tanto che tra il 2021 e il 2022 sono stati registrati ben 115 tentativi falliti di nidificazione. Come fa notare Legambiente, l'87% dei nidi scoperti nel Mediterraneo occidentale si trova su spiagge con un alto impatto antropico (ossia all'interno o in prossimità di stabilimenti balneari o strutture costruite sulle spiagge), l'88% dei litorali è anche esposto all'inquinamento luminoso e quindi quasi un terzo dei nidi è stato trasferito perché le femmine hanno deposto troppo vicino all'acqua o in luoghi non adatti (ad esempio sabbia mista a terra e ciottoli) come possibile risposta agli ostacoli presenti sulla spiaggia e all'intenso inquinamento luminoso o acustico. L'inospitalità delle coste colpisce anche i piccoli di tartaruga che, abituati a seguire la luna per orientarsi ed arrivare al mare, si trovano spesso disorientati dalle luci artificiali.
Il progetto Life Turtlenest mira proprio a sensibilizzare i frequentatori delle spiagge e i balneari che sono spesso del tutto impreparati su questo tema. In questo modo si potranno rendere le nostre coste più accoglienti per le nuove ospiti.