La Scuola è nata dalla collaborazione tra CREA e l’associazione Riabitare l’Italia per aiutare i giovani ad avviare o continuare attività di pastorizia nelle aree interne del Paese. Dopo il successo della prima edizione, svoltasi in Piemonte, quest'anno i pastori si spostano in Sicilia nel territorio delle Madonie
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Quante volte, stanchi della propria routine e della grigia vita di città, abbiamo pensato “adesso scappo via e me ne vado in campagna, lontano da tutto”? Spesso, però, l’idea di trasferirsi o ritornare in un posto periferico tramonta proprio per la mancanza di condizioni agevoli.
Un conto sono l’idillio e la favola. Altro, è la dura realtà di luoghi soggetti a spopolamento e senza iniziative di rilancio. Luoghi che sono affascinanti a livello paesaggistico e promettono aria pulita, ma che nel sociale non garantiscono nemmeno i servizi essenziali.
Alcune volte capita, invece, che progetti e idee ci siano. Ma siamo noi che non ne siamo a conoscenza, rimanendo gioco forza inermi nelle scelte.
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Una delle armi individuate dall’Ue per arginare lo spopolamento e rivitalizzare le aree interne del Paese è ad esempio la pastorizia. In Italia negli ultimi anni, sono nati diversi progetti con l’obiettivo di insegnare il mestiere del pastore, avvicinando persone, soprattutto giovani, ad un’attività con origini antichissime. Fare il pastore oggi significa essere custode della montagna, manutentore dei pascoli e del territorio. Ma anche attore protagonista di circuiti economici piccoli e sani, con al centro le eccellenze casearie e le persone.
Gli scorsi mesi vi abbiamo raccontato di questo progetto, promosso dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), nell’Ambito della Rete Rurale Nazionale e dall’associazione Riabitare l’Italia.
Si chiama Scuola Giovani Pastori ed ha l’obiettivo di formare (gratuitamente) i giovani interessati a questo mondo con un format itinerante. Il successo della prima edizione svoltasi in Piemonte è sotto gli occhi di tutti. Le storie degli studenti hanno fatto il giro dello stivale e la scuola è stata pure premiata a Bruxelles, in occasione degli Aria awards 2023, riconoscimento dedicato dall’Unione Europea ai progetti virtuosi di stampo rurale.
Adesso è stato appena lanciato il bando per un secondo capitolo che stavolta si terrà in Sicilia, sui monti delle Madonie. In questi mesi ci si aspettano numerosi candidati da tutta Italia per formare una rete che travalichi i confini geografici.
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“La pastorizia è uno dei mestieri più antichi del mondo ma non è solo un elemento nostalgico. Anzi può essere, oggi, lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi qui – spiega Daniela Storti, ricercatrice Crea e direttrice scientifica della Scuola Giovani Pastori – l’obiettivo della scuola è trovare giovani davvero motivati per cominciare un percorso reale di vita legato alla pastorizia”.
"Guardiamo il nostro Paese dalle aree che si spopolano e da riabitare - sottolinea Sabrina Lucatelli, direttrice di Riabitare l'Italia che si occupa di numerose iniziative legate alle aree interne - nella convinzione che la situazione di debolezza che le caratterizza non sia né naturale né tantomeno ineluttabile. Anzi pensiamo che ci sia molto di bello da scoperchiare e molto di sbagliato da contrastare”.
Il nuovo bando per le Madonie
Il bando che si trova sul sito https://www.reterurale.it/giovanipastori selezionerà 15 persone che alloggeranno negli spazi dell’ex Convento dei Padri Riformati, nel comune di Petralia Sottana (PA). Per iscriversi non c’è un limite di età, ma verrà data precedenza ai candidati più giovani e interessati ad avviare un’attività nel territorio madonita.
La data di inizio dei corsi è prevista il 13 maggio, con chiusura a luglio, ma i ragazzi saranno nelle Madonie già il 10, per l’inizio del Festival della pastorizia nel comune di Petralia Sottana, “Dove vai, pastore? Festival della Pastorizia, dell’Erranza e del Ritorno nelle Madonie”.
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“La pastorizia è una grande occasione per rilanciare lo sviluppo sostenibile delle aree interne, favorendo la cura dei luoghi e il radicamento dei giovani in quei territori che iniziano ad essere attrattivi anche per chi vive nelle grandi città”, conclude Andrea Membretti, direttore responsabile del Festival della Pastorizia 2024.
Agli studenti sarà offerta formazione sia pratica che teorica su pascolo e allevamento in aree montane, caseificazione e trasformazione delle materie prime per le quali la Scuola gioverà del supporto di Agenform, altro partner del progetto. Sono previste degli approfondimenti online su varie tematiche (gestione dei pascoli, rapporto con gli animali selvatici, controllo qualità, HACCP) con la possibilità di confrontarsi con aziende e realtà del territorio che, a sua volta, ospita la Scuola per imparare pratiche e saperi da chi questo mestiere lo fa. Il metodo didattico adottato infatti è quello della peer education, in cui non figura il tradizionale rapporto gerarchico docente-allievo nelle aule.