Gli scienziati del progetto LIFE Conceptu Maris, con l’aiuto dei volontari, hanno raccolto moltissimi dati sulle specie presenti nel Mediterraneo, tra giugno e settembre 2023
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Nell’estate del 2023 più di 40 scienziati del progetto europeo LIFE Conceptu Maris si sono imbarcati nel Mediterraneo centrale e occidentale sui traghetti delle compagnie di navigazione, trasformati per l’occasione in laboratori galleggianti per la ricerca in mare aperto. In circa 50 giorni di attività hanno potuto documentare tutte le specie di cetacei e tartarughe regolarmente presenti nel Mediterraneo. Tra questi alcuni sono stati osservati in densità più elevate rispetto agli anni precedenti.
Mentre dal ponte principale dei traghetti delle navi di Balearia, Corsica e Sardinia Ferries, Grandi Navi Veloci, Grimaldi Lines, Minoan Lines e Tirrenia i binocoli scrutavano l’orizzonte in cerca di cetacei, tartarughe e uccelli marini, nella sala macchina di un numero selezionato di imbarcazioni, si raccoglievano campioni di acqua per analisi chimiche e del DNA ambientale. Quest’ultima è una nuova tecnica che, grazie ad analisi di laboratorio, consente di identificare le specie presenti in un tratto di mare recuperando delle minuscole tracce organiche, disperse nell’acqua, che contengono il loro DNA. Mettere a punto una indagine di questo tipo su 16 rotte nel Mediterraneo ha richiesto l’impegno di una squadra internazionale, multidisciplinare, che conta decine di scienziati italiani, spagnoli e francesi che operano per ISPRA – Istituto Superiore per la Scienza e la Ricerca Ambientale, Area Marina Protetta Capo Carbonara, Eco Ocean Institut, Fondazione Cima, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Università Bicocca di Milano, Università di Palermo, Università di Torino, Università di Valencia, supportati da Triton Research, per le riprese video del documentario di progetto e le attività di comunicazione, e da Fondazione CMCC.
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I dati raccolti mostrano una elevata frequenza di balenottere comuni, avvistate soprattutto nel Santuario Pelagos tra Italia e Francia nel corso dell’estate. A volte, in una sola giornata, sono stati osservati fino a 30 individui di questo enorme mammifero marino, che raggiunge i 24 metri di lunghezza. I grandi capodogli sono meno diffusi, ma presenti in diverse aree di mare profondo nel Mediterraneo centrale. Tra le specie più piccole, stenelle striate e tursiopi risultano quasi onnipresenti, con centinaia gli individui osservati lungo tutte le rotte. Più difficile vedere il delfino comune, che di comune ha quindi soltanto il nome, almeno nel Mediterraneo centrale, ma anche in questo caso gli avvistamenti non sono mancati.
Particolarmente interessanti le osservazioni di zifi, grampi e globicefali, cetacei presenti con basse densità, specializzati nella caccia in profondità ai calamari. L’estate del 2023, in particolare, ha visto un aumento delle osservazioni di globicefali nel Mar Ligure e lungo le coste francesi e spagnole. I dati raccolti serviranno nel corso del prossimo anno a costruire modelli di distribuzione molto più accurati di queste specie ed a identificare eventuali trend rispetto agli anni passati.
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Anche per le tartarughe marine, il 2023 ha mostrato alcuni segnali importanti, con un elevato numero di avvistamenti lungo le coste italiane, francesi e, anche nelle aree solitamente meno frequentate del Santuario Pelagos. Nell’estate appena trascorsa sono stati censiti più di 400 nidi di tartarughe marine lunghe le coste italiane: numeri elevatissimi che si spiegano con il riscaldamento delle acque indotto dai cambiamenti climatici che favoriscono questi rettili e con i benefici di più di 40 anni di conservazione. La tartaruga Caretta caretta, che è di gran lunga quella più comune del Mediterraneo, totalizza più del 99% delle osservazioni; le altre spettano alle rare tartaruga verde e alla grande tartaruga liuto.