ZTL e mobilità

Zone a traffico limitato, chi paga davvero l’ingresso?

La tutela dell'ambiente e dell'aria uniti alla volontà di preservare i centri storici hanno limitato fortemente l'afflusso delle automobili regolandolo in base a categorie ed emissioni a quattro ruote

di Dario Donato
29 Dic 2022 - 11:18
 © Pixabay

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Qualcuno ipotizza che la prima ZTL l'abbia introdotta addirittura l'imperatore Giulio Cesare nel 45 AC., anche se all'epoca si chiamava di sicuro diversamente. Le ragioni non erano certamente di tutela dell'ambiente quanto piuttosto carri in corsa e pedoni che spesso finivano investiti.  Oggi le zone a traffico limitato sono una prassi per centinaia di centri urbani del nostro paese, grandi o piccoli che siano. La tutela dell'ambiente e dell'aria uniti alla volontà di preservare i centri storici hanno limitato fortemente l'afflusso regolandolo in base a categorie ed emissioni a quattro ruote.

Proprio su questo ultimo aspetto si sono creati dei paradossi che rischiano di penalizzare le fasce sociali già più svantaggiate. L’aggiornamento più recente delle norme sull’Area C di Milano, ad esempio, entrato in vigore il 1° ottobre 2022, prevede che il ticket d’ingresso giornaliero da 5 euro sia pagato anche dalle vetture ibride, se superano la soglia delle emissioni di CO2 di 100 g/km. L’effetto prodotto da questa norma è che, oltre alle auto elettriche, rimangono esentate quasi esclusivamente le plug-in, mentre mild e full hybrid sono in gran parte soggette al pagamento del pedaggio.

Per fare un esempio concreto, utilitarie come la Fiat Panda o la Fiat 500 con motore mild hybrid dovrebbero pagare per accedere, a causa delle loro emissioni pari a 106-115 g/km. Al contrario, Suv premium come Porsche Cayenne o berline di lusso come Audi A8, nella loro versione ibrida plug-in, sarebbero esentati. Non è molto diverso in aree meno centrali. Per rimanere in Lombardia anche dall’Area B sempre di Milano, che si estende per circa il 72% del territorio del capoluogo, sono state respinte le Euro 2 a benzina e gli Euro 4 e 5 diesel, sostanzialmente le auto di gran parte del ceto medio se si considera che le Euro 5 sono state vendute sul mercato fino al 2015.  Si potrebbe semplificare dicendo che il peso della transizione ecologica poggia principalmente sui ceti meno abbienti. Chi ha auto meno recenti paga e di solito coincide con chi ha redditi più bassi.

Forse anche per questo, tra le diverse deroghe, il Comune di Milano ha corretto la linea iniziale e introdotto una maggiorazione di 20 giornate di ingresso in Area B che si aggiungono alle 50 già previste, per i possessori di diesel Euro 5 con un Isee inferiore a 20.000 euro. Cittadini che per muoversi liberamente dovrebbero comprare un'elettrica che in molti casi vale due volte il loro reddito annuo.

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