La stretta inserita nella Manovra insieme alla cedolare secca al 26%
Per gli affitti brevi arriva il codice identificativo nazionale, per tracciare i proprietari che affittano case e combattere l'evasione. E la cedolare secca sale al 26% ma solo dalla seconda alla quarta casa. E' la doppia mossa con cui la maggioranza suggella l'intesa sulla Manovra (la legge di Bilancio, che conta 109 articoli, è stata bollinata lunedì dalla Ragioneria di Stato), che ora è pronta per l'invio alle Camere. Un risultato che soddisfa nel centrodestra soprattutto Forza Italia. Ma che lascia aperti alcuni nodi su cui proprio gli azzurri hanno espresso perplessità, come la Rai, ma anche i tagli alle pensioni di statali e sanitari, con i sindacati sul piede di guerra.
Lo scoglio affitti intanto viene superato con l'accordo raggiunto al vertice tra i partiti di maggioranza. Accolta la proposta di Forza Italia di un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, che arriverà con un emendamento al decreto anticipi collegato alla Manovra.
E' confermato l'aumento al 26% della cedolare dalla seconda casa messa in affitto fino a 30 giorni: l'aliquota resta al 21% per la prima.
Il codice, "farà emergere il sommerso" e "porterà anche più soldi nelle casse che andranno nel fondo per ridurre la pressione fiscale", assicura il vicepremier Antonio Tajani. Il gettito stimato, secondo le cifre circolate nella riunione, è di circa un miliardo. Soddisfatta anche il ministro del turismo Daniela Santanchè, che aveva inserito il codice nella bozza del ddl sugli affitti brevi, poi arenatasi. "Mettiamo ordine in un settore mai toccato", dice, sottolineando che alzare l'aliquota "è una scelta di buon senso che rispetta la proprietà privata" e "non mette le mani in tasca degli italiani".
L'aumento della cedolare, però, non soddisfa i proprietari. Per Confedilizia è "una scelta sbagliata" con cui "il governo ha deciso di accontentare gli albergatori": si tradurrà in "qualche casa sfitta in più, si alimenterà il sommerso e i borghi delle nostre aree interne avranno qualche speranza in meno di tornare a vivere". Plaudono al codice i gestori di affitti ("l'unico modo per togliere l'abusivismo", dice l'associazione Aigab), che bocciano però l'aumento della cedolare: "complica le cose a chi fa le cose per bene" e "incentiva l'evasione". Il mercato degli affitti brevi, secondo Aigab, conta 640mila seconde case inutilizzate attualmente a reddito con affitti brevi, l'1,8% delle case esistenti in Italia; inoltre circa il 96% delle case online appartiene a proprietari singoli.
Plaudono alle misure gli albergatori: un "passo deciso contro il Far West degli affitti brevi", dice l'Associazione Italiana Confindustria Alberghi; "ci auguriamo che l'iter parlamentare non peggiori il testo", aggiunge Federalberghi. E la prova del Parlamento sarà decisiva anche per altri capitoli non completamente chiusi. In particolare preoccupa il taglio del rendimento delle pensioni di sanitari, maestri e dipendenti degli enti locali, con le perplessità espresse da Fi e i medici pronti lo sciopero.