Nel corso del 2015 i consumi dovrebbero consolidarsi, crescendo dello 0,3%. Dall'inizio della crisi economica, la spesa delle famiglie è calata in media di 1.500 euro
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Nel 2014 la caduta dei consumi alimentari si è arrestata, ponendo fine ad un calo in atto da sei anni. Cautamente ottimistiche anche le previsioni per l'anno in corso: consumi, produzione ed esportazioni nel comparto alimentare dovrebbero consolidarsi.
Da gennaio a dicembre del 2014, rileva uno studio di Federalimentare, il totale dei consumi alimentari ha raggiunto i 215 miliardi di euro: la stessa cifra registrata nel corso dell'anno precedente. Quanto basta per fermare una caduta dei consumi in atto da sei anni consecutivi (con l'apice negativo toccato nel 2013: -3,1%).
A novembre, osserva invece l'ISTAT, è stato proprio il comparto alimentare a spingere le vendite al dettaglio, in crescita per la prima volta dopo sette mesi di calo. L'incremento, per quanto esiguo (+0,1%) e su base mensile, può essere il segnale di una timida ripresa.
Nonostante la spesa alimentare dei nostri connazionali risulti meno consistente rispetto al passato (secondo uno studio della COOP, dal 2006 ad oggi i consumi in termini reali sono calati di circa 20 miliardi di euro), il settore alimentare ha reagito meglio di altri: dal 2007 al 2014, gli addetti impiegati nel comparto sono diminuiti di 6 mila unità (contro le 200 mila del settore metalmeccanico) mentre la produzione ha perso 3 punti percentuali (contro i 24 del settore manifatturiero).
Nel corso del 2015, spiega il Centro studi di Federalimentari, dovrebbe consolidarsi la crescita dei consumi (+0,3%), della produzione (+1,1%) e dell'export (+5,5%) alimentare. Per quelli che, se confermati, potrebbero essere lievi segnali di ripresa di un settore con 132 miliardi di fatturato nel 2014 e che – oltre ad acquistare e lavorare il 72% delle materie prime dell'agricoltura nazionale – dà lavoro a 400 mila addetti.
Complici le difficoltà dovute alla crisi economica (nell'arco di soli sette anni, ad esempio, il reddito pro capite disponibile si è ridotto di circa 2.700 euro), i nostri connazionali hanno cercato di risparmiare non soltanto tra gli scaffali di un supermercato. La spending review per far quadrare il bilancio familiare ha riguardato diverse voci di spesa.
Ad oggi, secondo uno studio dell'Unione Nazionale Consumatori, una famiglia spende infatti 1.507 euro in meno rispetto al periodo precedente la crisi economica, risparmiando laddove possibile. I consumi di un nucleo familiare con due figli, ad esempio, si sono ridotti del 7,93% (circa 2.987 euro). Quelli con un figlio hanno invece diminuito i consumi annui del 6,45% (2.316 euro).
Quali sono le voci di spesa maggiormente colpite? Quelle relative all'abbigliamento e alle calzature, spiega l'Unione Nazionale Consumatori. Rispettivamente in calo del 26,49% per i nuclei familiari con due figli e del 31,48% (772,20 euro) per quelle con un solo figlio.