In una mail inviata all'a.d. Del Torchio il Ceo emiratino Hogan esprime preoccupazione. Resta alta la tensione sul fronte sindacale, L'aumento di capitale potrebbe salire a 300 milioni
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A ridosso della scadenza del 31 luglio per chiudere l'operazione e salvare Alitalia, Etihad alza la voce. Ed esprimendo preoccupazione in una mail inviata dal Ceo emiratino James Hogan all'a.d. di Alitalia Gabriele Del Torchio, chiede di avere subito risposte. A Palazzo Chigi vertice con il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Poste, intanto, è pronta a investire 65 mln nella "mid-company".
Negli Emirati però c'è molta preoccupazione: nella mail a Del Torchio, Hogan si dice alquanto preoccupato per la mancanza di "chiarezza" sulla mid-co, sulla posizione di Poste e sulla situazione sindacale. Ma teme anche che il protrarsi del tempo possa incidere sulla situazione patrimoniale di Alitalia. E quindi chiede di avere rapidamente risposte. Risposte che devono arrivare il più presto possibile perché la deadline per la firma resta il 31 luglio, ricorda il numero uno di Etihad.
Al momento "rimane un relativamente piccolo ma significativo numero di punti da risolvere", spiega Hogan che indica il più rilevante nella possibilità di dotare la old Alitalia dei "soldi necessari" per metterla in sicurezza, condizione necessaria per investire nella new Alitalia. Etihad attende anche risposte su: controversia con Toto, conferma su discussioni e accordo con i sindacati, e conferma del via libera preliminare dell'Ue sugli aiuti di Stato.
Il lavoro è quindi serrato per sciogliere i nodi aperti. In primis quello legato all'investimento di Poste, secondo azionista con il 19,48%. Un passo avanti va registrato ed è la disponibilità del gruppo guidato da Francesco Caio ad investire oltre la propria quota, con circa 65 milioni in una "midcompany", una società di mezzo tra la old company e la newco in cui Etihad entrerà con 560 milioni per il 49%. Il governo ha condiviso la posizione di Poste sulla mid-co e la sua partecipazione nella parte nuova della mid-co, si apprende da fonti vicine a Poste dopo l'incontro di questa mattina a Palazzo Chigi. Intanto, l'aumento di capitale chiesto ai soci di Alitalia potrebbe essere portato fino a 300 milioni dai 250 deliberati dall'assemblea di venerdì 25 luglio.
Resta intanto alta la tensione sul fronte sindacale. Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi non intende al momento convocare le parti, lasciando all'azienda il compito di concludere la mediazione. Ma la Uilt (l'unico sindacato a non aver firmato contratto e intesa sui tagli) resta sulla propria posizione e definisce "pretestuoso strumentalizzarla addossando a noi eventuali possibilità di fuga di Etihad". E anche Luigi Angeletti nega che la posizione del suo sindacato sia così "influente" da mettere a rischio l'accordo con Etihad.
Ma contro la Uilt si scaglia il segretario della Fit Cisl Giovanni Luciano: "Eravamo tutti d'accordo sui 31 milioni e sui testi contrattuali. E se dovesse naufragare il matrimonio con Etihad, il colpevole è inutile che cerchi di arrampicarsi sugli specchi". Intanto il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni si augura che "non ci siano più altri ostacoli e che finisca questa lunga via crucis". Infine Susanna Camusso fa notare che per la Cgil il lavoro dei sindacati è concluso: "Per quanto ci riguarda gli accordi ci sono già".