Secondo Unimpresa, le nuove regole della Bce sugli NPL potrebbero restringere ulteriormente le condizioni di accesso al credito da parte delle imprese
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Secondo il vicepresidente di Unimpresa le nuove regole della Banca centrale europea sulle sofferenze potrebbero rendere vani i già pochi risultati messi a segno nell’ultimo periodo sul fronte del credit crunch. "C’è il rischio – ha detto Claudio Pucci – che si verifichi un’ulteriore restrizione delle condizioni di accesso alla liquidità da parte delle micro, piccole e medie imprese".
In poche parole, i paletti istituiti dalla Bce prevedono che le banche coprano completamente entro due anni la parte di nuovi NPL -Non Performing Loan, ovvero i crediti in sofferenza delle banche - non coperta da garanzie (unsecured) e in massimo sette anni quella assistita da garanzia (secured).
Una scelta «folle» secondo l’Unione delle imprese, perché già di per sé "l’andamento dei prestiti al settore privato, in particolare per quanto riguarda le aziende, continua a essere critico". Secondo un’analisi del Centro Studi su dati della Banca d’Italia, negli ultimi sei mesi il totale dei prestiti al settore privato è diminuito del 3,17% (-44,5 miliardi di euro), portando lo stock di agosto a 1.360,9 miliardi di euro dai 1.405,5 miliardi dello stesso mese di un anno prima.
In particolare, i prestiti alle imprese sono diminuiti del 6,24% (-48,9 miliardi di euro), passando da da 784,2 miliardi a 735,2 miliardi (-10,09% per quelli a breve termine, -7,96% per quelli di lunga durata, mentre si registra una crescita del 4,49% quelli di medio periodo).
Per quanto riguarda invece le famiglie, Unimpresa indica una crescita dei prestiti dello 0,70%, +4,3 miliardi in termini assoluti, comportando un aumento dello stock da 621,3 miliardi di euro a 625,6 miliardi (+9,90% per il credito al consumo, +2,10% per i mutui e -6,77% per prestiti personali).