Il calo del costo complessivo registrato nel nostro Paese è il risultato di un 2% della componente non salariale e di un -0,5% delle retribuzioni
Anche nel secondo trimestre il costo del lavoro in Italia ha registrato una contrazione. Al contrario, segnala l’Istituto di statistica Europeo (Eurostat), sia nell’area della moneta unica che nell’Unione europea si registrano incrementi.
Quanto emerso dalle ultime rilevazioni dell’Eurostat è senza dubbio una buona notizia, ma il dato potrebbe comunque esser stato influenzato, in larga parte, dagli sgravi contributivi contenuti nella legge di Stabilità 2015.
Fatto sta ,che nel secondo trimestre del 2016, il costo del lavoro nel nostro Paese è sceso dell’1,1%, dopo il -1,5% del primo trimestre di quest’anno e il -0,8% dell’ultimo del 2015. In particolare, segnala l’Istituto, a scendere maggiormente è stata la componente non salariale, riportando una diminuzione del 2%. Tuttavia, si rileva però anche una contrazione, pari al -0,5%, degli stipendi.
Al contrario, nell’Eurozona si è registrato un incremento dell’1%, mentre per la media estesa ai 28 Paesi dell’Unione europea si rileva un aumento dell’1,4%. Guardando più nel dettaglio si nota come anche nel Lussemburgo si sia registrata un calo del costo del lavoro pari al -1,1%, mentre in Romania – con un +12% - si registra l’aumento più consistente. Forti aumenti hanno interessato anche¬ la Lettonia, con un +9,5%; la Bulgaria, +7,3%; e la Lituania, con un +6,6%.