Cupertino vale così quattro volte l'economia della Grecia, più del Pil della Turchia e anche più di quello dell'Olanda
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Apple ottiene un nuovo record: è la prima società al mondo ad avere una capitalizzazione di mercato di 1.000 miliardi di dollari, traguardo che ha toccato brevemente per poi ripiegare. A spingere la corsa in Borsa delle ultime sedute è stata la trimestrale sopra le attese, con l'iPhone che continua a macinare ricavi. Apple valeva 350 miliardi di dollari nel 2011, anno in cui morì il suo fondatore Steve Jobs.
Cupertino vale così quattro volte l'economia della Grecia, più del Pil della Turchia e anche più di quello dell'Olanda. Ma anche quasi quanto le quattro maggiori banche americane insieme (JPMorgan, Citigroup, Bank of America e Bank of America), e sicuramente più di tutte le case automobilistiche al mondo e più dell'intera industria dei media americana includendo Netflix, Comcast e Walt Disney.
Il momento storico arriva alle 11:48 del mattino, quando Apple tocca i 207,05 dollari per azione e vale 1.000 miliardi. Per l'amministratore delegato Tim Cook è una rivincita su tutti coloro che ne hanno messo in dubbio la leadership quando ha assunto la guida della società con la morte di Steve Jobs nel 2011. Allora Apple valeva 350 miliardi di dollari e in molti dubitavano sulle capacità della società di continuare a crescere e innovare senza il suo "visionario".
Complice il successo dell'iPhone, nonostante i suoi 11 anni, Apple la sua corsa l'ha continuata, allungando il passo anno dopo anno e distanziando le rivali. Con Cook Cupertino ha ampliato il suo portafoglio prodotti con l'Apple Watch, gli Airpods e lo speaker HomePod, ma ha anche trovato nei servizi la sua nuova frontiera di crescita, come dimostra il boom di Apple Music.
Eppure la storia di Apple non è stata tutta di successi. Nel 1976, quando è stata fondata, si è affermata rapidamente divenendo negli anni 1980 uno dei marchi più conosciuti al mondo. Nel 1985 però il fondatore Steve Jobs fu cacciato dal consiglio di amministrazione e Apple iniziò la sua discesa: nel 1996, anno in cui perse 867 milioni di dollari, Cupertino valeva meno di 3 miliardi di dollari. Poi la nuova svolta: il ritorno di Jobs con l'acquisizione da parte di Apple di Next, società che il visionario guidava.
Nonostante una situazione peggiore di quanto immaginasse, Jobs raccolse la sfida e fece l'impossibile per quella che riteneva la "sua creatura. Commissionò la campagna pubblicitaria "Think Different" e nel 1998 lanciò l'iMac G3, un successo di pubblico immediato. Un nuovo capitolo si era aperto: il 2001 fu l'anno della rivoluzione della musica con l'iPod, nel 2007 Jobs presentò l'iPhone, che ha trasformato con la sua tecnologia la modalità di interazione sociale ed è divenuto in tempi strettissimi il prodotto più venduto della storia. Una ripresa quella di Apple che gli analisti definiscono come una delle "svolte societarie più riuscite".
Ora con la soglia dei 1.000 miliardi ormai superata in molti guardano già avanti. La capitalizzazione di mercato è infatti solo una delle misure del successo: se si considera il valore di impresa, che include il debito, Amazon è avanti ad Apple già di 50 miliardi di dollari. Ci sono poi le sfide dei nuovi prodotti. E quelle che arrivano dalla Cina, mercato chiave per Cupertino sia in termini di produzione sia in termini di vendite. E un mercato che rischia di restare schiacciato dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.