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Ultimo aggiornamento: 5 anni fa

A PALAZZO CHIGI

ArcelorMittal chiede "5mila esuberi, scudo penale ininfluente per il recesso del contratto" | Il governo: inaccettabile

Si discute in Cdm sul nodo ex Ilva dopo il tavolo tra i dirigenti della multinazionale e il premier Giuseppe Conte. La strada è in salita

06 Nov 2019 - 21:24
 © Ansa

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Il tavolo a Palazzo Chigi sulla vertenza ArcelorMittal ha aperto uno scenario in salita per il governo. La multinazionale, per bloccare il recesso del contratto di affitto dell'acciaieria, ha chiesto "l'esubero di 5mila lavoratori". Non sarebbe pregiudiziale, invece, la questione dello scudo penale. L'esecutivo studia un decreto per "mettere in chiaro pubblicamente  le cose e le posizioni". La Fim annuncia uno sciopero di 24 ore.


"Discussione molto preoccupata e responsabile" in Consiglio dei ministri sull'ex Ilva. Durante l'incontro con i vertici di ArcelorMittal, infatti, l'azienda avrebbe espresso la necessità di mettere sul tavolo 5mila esuberi. Condizione, viene spiegato, che il governo "non può neanche prendere minimamente e lontanamente in considerazione". La questione dello scudo penale, invece, non sarebbe pregiudiziale per Arcelor Mittal. Il governo starebbe comunque discutendo sulla possibilità di intervenire per decreto per "mettere in chiaro pubblicamente  le cose e le posizioni". La discussione è ancora in corso.


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© Ansa-Centimetri

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E' iniziato con circa un'ora e mezza di ritardo rispetto al previsto il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Al termine e' in programma una conferenza stampa sulla vicenda ex Ilva.


Reintrodurre lo scudo penale per la gestione dell'ex Ilva tramite emendamenti a tutti i provvedimenti utili che arriveranno in Senato: questa l'iniziativa confermata dalla Lega, che sostiene quindi il progetto lanciato da Forza Italia e sostenuto da tutto il centrodestra. "Serve un lavoro di squadra per tutelare l'impianto", ha detto il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama Massimiliano Romeo. 


Lo sciopero proclamato dalla sola Fim "sta avendo un'alta adesione", come fa sapere la stessa sigla sindacale sottolineando che è bloccata l'acciaieria 1. "Il blocco sta creando forti disagi a tutto l'impianto siderurgico - dice la Fim -. E' attiva una sola colata su cinque. L'azienda ha tentato di precettare i lavoratori per la messa in sicurezza dell'impianto non trovando riscontro. L'acciaieria 1 va verso il blocco totale con gravi conseguenze non solo in termini di produzione. Per giovedì è previsto il blocco della portineria C con relativo blocco dei camion". 


ArcelorMittal ha comunicato alla Fim Cisl e ai lavoratori interessati di aver disposto per 80 operai la "comandata" sugli impianti dei reparti Acciaieria e Gestione rottami ferrosi in occasione delle 24 ore di sciopero proclamato. La società spiega di dover ricorrere alla "comandata" (che in base agli accordi sindacali è un obbligo per i lavoratori interessati) "in ragione dei danni strutturali provocati in occasione dello scioper del 10 luglio che hanno determinato la rottamazione di sette carri siluro". 


Il sindacato si spacca sulla bufera ex Ilva, in attesa dell'esito del tavolo a Palazzo Chigi. La Fim-Cisl ha infatti proclamato uno sciopero immediato di 24 ore dopo l'avvio della procedura di cessione dell'azienda. Ma la Fiom (primo sindacato a Cornigliano), la Uilm (primo a Taranto) e Ubs preferiscono sospendere ogni mossa. "No a decisioni solitarie", dicono ala Uilm. "Prima di qualsiasi passo aspettiamo l'esito del tavolo e le decisioni del Consiglio di fabbrica", chiarisce la Fiom.


Il presidente degli industriali Vincenzo Boccia si augura "che ci sia spazio per una soluzione e che la politica abbia il senso del limite, che a volte si supera e poi gli effetti purtroppo arrivano. E' una responsabilità della politica, adesso la politica risolva le questioni che ha determinato". 


Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commenta così la vicenda dell'ex Ilva: "Una nuova cordata per salvarla? Non so quando la si trova e chi paga tutti questi lavoratori. Ricordo che non si parla solo dello stabilimento di Taranto, ma di tanti stabilimenti in Italia. Il problema è chi paga. C'è qualcuno in questo Paese che prescinde dalle risorse, a meno che non voglia battere moneta e pagare direttamente da solo".  


E' terminato il vertice a Palazzo Chigi tra il governo e ArcelorMittal.


"Faremo di tutto perché l'attività degli stabilimenti siderurgici prosegua. E' un'industria fondamentale, assolutamente impossibile da perdere". Lo ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, interpellato al Senato.
 






"Arcelor Mittal ha realizzato il suo compito, ha chiuso questa vertenza, ha impedito che la fabbrica diventasse efficiente". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. "I Riva e Mittal erano in continua lotta - ha aggiunto- come Juventus e Inter. E adesso e' come se l'Inter si fosse comprata la Juventus, l'ha distrutta e non vogliono che nessuno la rimetta in piedi".


La decisione di ArcelorMittal di lasciare Taranto "sta già causando il fermo delle aziende di appalto che hanno avviato le procedure di cassa integrazione, stiamo parlando di altri 4mila lavoratori che rischiano da subito di restare senza lavoro". Lo dichiara il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, che aggiunge: "E' ora di dire basta a questa assurda vicenda, nella quale a fare le spese saranno i lavoratori e le loro famiglie. Siamo pronti alla mobilitazione". 


Le "molteplici iniziative e dichiarazioni di istituzioni e amministrazioni contrarie alla realizzazione del Piano Industriale e del Piano Ambientale" hanno "compromesso la fiducia nel progetto imprenditoriale, alimentando il generale clima di sfiducia e ostilità". Lo scrivono i legali di ArcelorMittal nell'atto di citazione, pubblicato sul sito del Corriere di Taranto, con cui chiedono che sia "accertata e dichiarata" dal Tribunale di Milano "la risoluzione del contratto" esercitata dall'azienda.


ArcelorMittal, nel documento di retrocessione ad Ilva delle aziende e dei 10.777 dipendenti, spiega che il recesso del contratto deriva dall'eliminazione della protezione legale. La Protezione legale - si osserva - costituiva "un presupposto essenziale su cui AmInvestCo e le società designate hanno fatto esplicito affidamento e in mancanza del quale non avrebbero neppure accettato di partecipare all'operazione ne', tantomeno, di instaurare il rapporto disciplinato dal Contratto".


"Apprendiamo la decisione aziendale di dare formale avvio alla procedura di cessione di ramo d'azienda ex articolo 47, che prevede il trasferimento degli stabilimenti e di tutti i dipendenti ai commissari straordinari. In attesa di conoscere l'esito del delicato incontro tra governo e proprietà, permane lo stato di agitazione in tutto il gruppo ArcelorMittal". Lo dichiara la segretaria generale Fiom-Cgil, Francesca Re David, in una nota.

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