L'operazione, condotta in joint venture con i giapponesi di Nippon steel, corrisponde a un impegno finanziario quasi equivalente a quello che il gruppo franco-indiano avrebbe dovuto sostenere per l'ex Ilva di Taranto
Con il dichiarato investimento da 6 miliardi in India, la strategia di ArcelorMittal si fa più chiara: uscita del gruppo siderurgico dall'Italia e dall'Ilva di Taranto, dove avrebbe dovuto impegnarsi finanziariamente con una cifra molto simile, per investire nel far east. Il danno per il nostro Paese sarebbe enorme, con migliaia di nuovi disoccupati in un'area, il Sud, dove la mancanza di lavoro si fa più sentire.
Arriva il sospetto che ArcelorMittal avesse già pronto un piano "B", un'alternativa all'investimento sull'Ilva di Taranto. Era solo atteso il via libero della Corte Suprema indiana per l'acquisizione del gruppo siderurgico Essar Steel. Che ora è arrivato. D'altronde i numeri parlano chiaro. L'acciaieria del paese asiatico impiega meno della metà dei dipendenti impegnati in Italia: 3.800persone contro oltre 10mila , a fronte di una capacità produttiva di 10 milioni di tonnellate contro i nostri 4 milioni.